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sabato 9 gennaio 2016

Ernest Hemingway : Parigi è una festa






Così Ernest Hemingway ha definito Parigi e "Festa mobile" è il titolo della sua ultima opera, scritta poco prima della morte e rimasta, infatti, incompiuta.
Lo scrittore americano rievoca gli anni più belli della sua vita, quelli passati a Parigi con la prima moglie e il figlio piccolo, quando erano " molto poveri ma anche molto felici".

Di questo romanzo si è tornato a parlare recentemente, dopo gli attentati di novembre a Parigi, quando i parigini, e non solo, sconvolti da quanto accaduto ma determinati a non  cedere alla paura, hanno reso omaggio alle vittime innocenti dei vili attentati portando fiori, candele e anche copie di questo bellissimo e struggente romanzo autobiografico che racconta la Parigi degli anni 20, quando  Montparnasse era il quartiere preferito di scrittori e artisti provenienti da tutto il mondo.
Danielle, la signora parigina che per prima ha sottolineato il valore morale di questo romanzo, ha dichiarato :" E' importante portare fiori ai nostri morti. E' importante leggere e rileggere Festa mobile. Siamo una civiltà antichissima e terremo alti i nostri valori. Vogliamo fraternizzare con i cinque milioni di musulmani che praticano liberamente e pacificamente la loro religione".



 
Così comincia la rievocazione autobiografica di  Hemingway :" E poi c'era il brutto tempo. Arrivava da un giorno all'altro una volta passato l'autunno. Alla sera dovevi chiudere le finestre per la pioggia e il vento freddo strappava le foglie degli alberi di place de la Contrescarpe".



Una Parigi fredda ma ricca di fermenti culturali fa da cornice ai ricordi di Hem (così lo chiamavano i suoi amici poeti e scrittori)...il café des Amateurs, la rue Mouffetard, le poivrottes cioè le donne ubriache, la rue Lamoine dove si trova l'abitazione dello scrittore, l'ultimo piano dell'albergo dov'è morto Paul Verlaine in cui si rifugia per lavorare in santa pace, la  Closerie des lilas e un cafè di place Saint Michel, il suo posto preferito dove va a scrivere i suoi racconti su un quaderno..."tutta Parigi mi appartiene e io appartengo a questo quaderno e a questa matita".



Lo scrittore passeggia con la moglie " lungo i sentieri di ghiaia lavati di fresco attraverso i giardini del Lussemburgo nel vento limpido e freddo. Gli alberi erano bellissimi senza le foglie...".




Quasi ogni giorno va al Museo del Lussemburgo per ammirare Cézanne, Manet e Monet e gli altri impressionisti  e spesso si reca in visita a Gertrude Stein che abita al numero 27 di rue du Fleurus.



"A quei tempi non c'erano soldi per comprare libri. I libri li prendevo in prestito dalla Shakespeare and Company, che era la biblioteca e libreria di Sylvia Beach al 12 di rue de l'Odéon".
E' un posto molto accogliente e anche caldo nelle giornate d'inverno, con tanti scaffali di libri vecchi e nuovi  Sylvia Beach è una donna molto affascinante e ospitale che si rende conto delle difficoltà economiche dello scrittore e gli presta i libri gratuitamente.




Hemingway ama passeggiare nei vicoli dell'Ile Saint Louis e chiacchierare con i pescatori lungo la Senna e con i bouquinistes e "non potevo mai sentirmi solo lungo il fiume".Osserva i grandi alberi e l'alternarsi delle stagioni, la tristezza dell'autunno e la fredda luce invernale " però sapevi che ci sarebbe stata la primavera, come sapevi che il fiume avrebbe ricominciato a scorrere dopo il gelo".



Questi anni giovanili di Hemingway a Parigi sono molto importanti per la sua formazione di scrittore e "la fame era un'ottima disciplina". Conosce e diventa amico di grandi scrittori e poeti come Ezra Pound e Francis Scott Fitzgerald, intrattiene relazioni con Ford Maddox Ford, con Pascin e Evan Shipman e con tanti altri di cui non parla in questo libro, "solo una parte della Parigi che conoscevamo è in questo libro e non catalogherò quello che manca".
Nei Frammenti, alla fine del libro, a questo proposito lo scrittore scrive : "Mai avresti potuto mettere tutto di quella Parigi in un solo libro e io ho cercato di scrivere secondo la vecchia regola che la qualità di un libro deve essere giudicata, da parte di chi lo scrive, dall'eccellenza del materiale che elimina".


"Non c'è mai una fine per Parigi, ma questo forse ti offrirà qualche aspetto vero della gente e dei luoghi e del paese dove Hadley e io abbiamo creduto di essere invulnerabili. ...Ma è così che erano Parigi e altri luoghi ai primi tempi quando eravamo molto poveri e molto felici".




 «Se hai avuto la fortuna di vivere a Parigi da giovane, dopo, ovunque tu passi il resto della tua vita, essa ti accompagna, perché Parigi è una festa mobile».

Le foto sono state prese nel web

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