domenica 4 novembre 2012

SAN MARTINO DEL CARSO di Giuseppe Ungaretti



Sul muro di questa casetta diroccata dall'artiglieria qualcuno ha scritto : TUTTI EROI! O IL PIAVE O TUTTI ACCOPPATI!


Oggi, 4 Novembre 2012, è la festa dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate.
I più giovani non sanno probabilmente che questa festa veniva chiamata in passato "Festa dell'armistizio" e celebrava la pace finalmente raggiunta dopo una guerra lunga e feroce, la Grande Guerra , la Prima Guerra Mondiale.
Si celebrava l'Italia finalmente unita, dopo tanti morti e tanta sofferenza.
Per chi frequentava la scuola in quegli anni era giorno di vacanza, una festa nazionale molto sentita.
Adesso il tempo è passato e sembra quasi dimenticato il significato profondo di una celebrazione che ha perso tutto il suo smalto.
Ogni paese, ogni città ha il suo corteo con corone di alloro da deporre davanti a lapidi e monumenti con un piccolo gruppo di anziani che ricordano parenti, conoscenze scomparsi ormai da tempo, che hanno vissuto la triste esperienza.
Le persone di mezza età e i giovani guardano con curiosità e una punta di indifferenza la sfilata e molti ragazzi non sanno nemmeno che cosa si stia celebrando.
Non tutti sanno, oppure hanno ricordi scolastici molto sbiaditi, che la Grande Guerra fu un massacro, combattuta tutta nelle trincee, dove perse la vita la gioventù di allora, fino ai ragazzi più giovani, quelli del 99.
Fu una guerra che fece incontrare giovani di tutta la penisola, dal nord, al sud, al centro, che parlavano tutti dialetti diversi, che non riuscivano a comprendersi perchè, tranne per pochi privilegiati, l'italiano era una lingua sconosciuta.
Giovani che lasciarono le loro povere case, le loro famiglie, le loro misere attività per combattere una guerra di cui non riuscivano ad afferrare completamente il significato.
Partirono per dovere, perchè la Patria chiamava e tornarono a casa portando segni indelebili nel corpo e nella psiche, oppure in tantissimi non tornarono affatto, morendo in quelle trincee orribili, cercando di conquistare palmo a palmo qualche lembo del suolo italiano.
Fu una guerra segnata da feroci sconfitte ma anche da quella grande vittoria finale di Vittorio Veneto che scacciò per sempre  gli austriaci dall'Italia. Un esercito sconfitto e allo stremo trovò la forza e il coraggio di risollevarsi dopo tanta umiliazione.
Le vittime furono 689.000, i feriti e i mutilati 1.050.000.
La Grande Guerra durò 41 mesi, più di tre anni di freddo e fame, sotto il rombo costante delle artiglierie nemiche.
Il poeta Giuseppe Ungaretti combattè questa dura guerra lasciando poesie bellissime in cui esprime tutta l'angoscia e la sofferenza  per il dolore e la morte che vede disseminati intorno a sé.
San Martino del Carso è un dei tanti luoghi simbolo della Grande Guerra e le fotografie postate e prese dal web danno un'idea della devastazione del posto,come di tanti altri luoghi simbolo della ferocia devastatrice della guerra, in ogni epoca e a tutte le latitudini.


San Martino del Carso

Di queste case
Non è rimasto
Che qualche
Brandello di muro
Di tanti
Che mi corrispondevano
Non è rimasto
Neppure tanto
Ma nel cuore
Nessuna croce manca
E’ il mio cuore
Il paese più straziato


Soldati sul Carso


La devastazione a San Martino del Carso




Soldati in partenza per il fronte si fanno ritrarre per una foto ricordo.
Quanti di loro sono riusciti a rivedere le loro famiglie?
Al centro della foto c'è mio nonno Carmine.
Lui è tornato sano e salvo ma segnato dall'esperienza della guerra.
E' morto poi, durante un bombardamento della seconda guerra mondiale, colpito alla testa da una scheggia.


Ricordiamo oggi tutti i soldati che, anche giovanissimi, hanno sacrificato la loro vita per un ideale di Patria e per attaccamento al dovere, fino all'ultimo giovane soldato caduto nei giorni scorsi in Afganistan.










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