Cultural Corner
Si nasce non soltanto per morire ma per camminare a lungo, con piedi che non conoscono dimora e vanno oltre ogni montagna. Alda Merini
martedì 17 maggio 2022
Mignonne, allons voir si la rose...
Mignonne, allons voir si la rose
martedì 8 marzo 2022
Giornata Internazionale delle donne "DONNE PER LA PACE"
“Sono certo di interpretare il sentimento di tutte le italiane e di tutti gli italiani, rivolgendo il primo pensiero di questo 8 marzo alle donne ucraine. Madri, lavoratrici, giovani, colpite da una violenza inattesa, crudele, assurda. Donne che partecipano coraggiosamente alla difesa della loro comunità, donne costrette a ripararsi nei rifugi d’emergenza, che lasciano il loro Paese, che hanno paura per i loro figli, che prestano cura ai più deboli, che piangono morti innocenti. E tante, troppe sono le donne già cadute in questo ingiustificabile conflitto. Nelle guerre le donne pagano sempre prezzi altissimi. Come donne, come madri, come compagne di vita. Vittime dell’insensatezza della guerra, vittime spesso di brutali violenze. Eppure la loro forza nel dolore, la loro dignità, si sono sempre rivelate energie insostituibili di resistenza, di coesione, di pacificazione, di ricostruzione”.
Queste le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella stamattina al Quirinale per la celebrazione della Giornata Internazionale delle Donne, giornata dedicata quest'anno al ruolo fondamentale delle donne nella costruzione della pace.
Il suo primo pensiero va alle donne ucraine che stanno affrontando con forza e coraggio questo momento così difficile per la storia del loro paese e per l'Europa intera.
Donne costrette a lasciare il proprio paese per proteggere i propri figli dalla follia della guerra, lasciando gli uomini a combattere per la libertà dell'Ucraina . Quelle che rimangono offrono il loro aiuto alla comunità, alla cura dei feriti e delle persone più deboli, fino all'uso delle armi. Sono donne coraggiose e indomite e proprio a loro va il nostro augurio più sentito, senza dimenticare tutte le altre impegnate a difendere i propri diritti e ad affermare il loro ruolo nella famiglia, nei posti di lavoro, nella società tutta poco incline a riconoscere la loro dignità e la loro forza.
"La crescita del ruolo delle donne, della presenza protagonista femminile in tutti gli ambiti della vita politica, istituzionale, economica, sociale, è una condizione per lo sviluppo del nostro Paese. La Giornata dell’8 marzo è uno sprone. Per tutte le donne, certamente. Lo è anche per l’intera Italia che vuole diventare migliore”.
Il Presidente Mattarella ha concluso così il suo intervento dopo aver ribadito con forza l'insensatezza dell'aggressione russa all'Ucraina, la sua crudeltà e la sua ferocia, ricordando la morte del piccolo Kirill di soli diciotto mesi e il dolore dei suoi genitori che non hanno potuto far nulla per salvarlo.
NO alla GUERRA SI alla PACE
Auguri a tutte le donne che lottano per un mondo migliore!
sabato 5 marzo 2022
Diciamo NO alla guerra - "Veglia" di Giuseppe Ungaretti
Veglia
giovedì 27 gennaio 2022
27 Gennaio 2022 - Giornata della Shoah
"Spesso mi chiedono come sia potuto succedere.
E io rispondo sempre con questa parola : Indifferenza.
Se pensi che una cosa non ti riguardi e ti volti dall'altra parte, è lì che inizia l'orrore.
Non fu solo Milano a essere indifferente, fu indifferente il mondo"
"Fu un attimo. Un attimo importantissimo, decisivo per la mia vita. Capii che mai, per nessun
motivo al mondo avrei potuto uccidere qualcuno.
Capii che io non ero come il mio assassino.
Non ho raccolto quella pistola e da quel momento sono diventata quella donna libera e quella
donna di pace che sono anche adesso"
Liliana Segre : "Ho scelto la vita. La mia ultima testimonianza pubblica sulla Shoah"
giovedì 4 novembre 2021
4 Novembre 1921 - 4 Novembre 2021 - Il Milite Ignoto
Il 4 Novembre 1918 con l'Armistizio di villa Giusti ha termine la Prima Guerra Mondiale con l'annessione all'Italia dei territori di Trento e Trieste. L'unità nazionale si è compiuta al prezzo di tante vittime e di tanto dolore.
Nel 1921, esattamente 100 anni fa, la salma di un soldato senza nome , come tantissimi altri morti in questa immane carneficina, viene trasportata da Aquileia fino all'Altare della Patria su un treno speciale che si ferma ad ogni stazione tra due ali di folla che gli rendono omaggio. E' stata una madre Maria Bergamas, scelta tra tante, ad indicare in ginocchio davanti a undici bare, quella che simboleggia il figlio morto e mai identificato. Sceglie la bara numero dieci che accompagnerà fino a Roma. Le altre dieci bare verranno sepolte ad Aquileia nel cimitero della Basilica. Alla sua morte, nel 1953, su sua richiesta, Maria Bergamas sarà sepolta vicino a queste dieci giovani vittime a cui , come a migliaia di altri soldati sconosciuti, nelle ricorrenze speciali, il Presidente della Repubblica rende omaggio all'Altare della Patria.
giovedì 21 ottobre 2021
"Chanson d'autumne" di Paul Verlaine
Chanson d'automne
lunedì 4 ottobre 2021
Il cantico delle creature
S Francesco d Assisi) | cc |
Altissimu, onnipotente, bon Signore,
Tue so' le laude, la gloria
e l'honore et onne benedizione.
Ad Te solo, Altissimo, se konfane,
e nullu homo ène dignu Te mentovare.
Laudato si', mi' Signore,
cum tutte le Tue creature,
spezialmente messor lo frate Sole,
lo qual è iorno
et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante
cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significazione.
Laudato si', mi' Signore,
per sora Luna e le stelle:
in celu l'ai formate
clarite e preziose e belle.
Laudato si', mi' Signore,
per frate Vento
e per aere e nubilo
e sereno e onne tempo,
per lo quale a le Tue creature
dai sustentamento.
Laudato si', mi' Signore,
per sor'Acqua,
la quale è multo utile et humile
e preziosa e casta.
Laudato si', mi' Signore,
per frate Focu,
per lo quale ennallumini la notte:
et ello è bello e iocundo
e robustoso e forte.
Laudato si', mi' Signore,
per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta e governa,
e produce diversi frutti con coloriti fiori et herba.
Laudato si', mi' Signore,
per quelli ke perdonano per lo Tuo amore
e sostengo infirmitate e tribulazione.
Beati quelli ke 'l sosterrano in pace,
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si', mi' Signore,
per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente po' skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue santissime voluntati,
ka la morte secunda no 'l farrà male.
Laudate e benedicete mi' Signore et rengraziate
e serviateli cum grande humilitate.
" Non voglio procedere in questa Enciclica senza ricorrere a un esempio bello e motivante. Ho preso il suo nome come guida e come ispirazione nel momento della mia elezione a Vescovo di Roma. Credo che Francesco sia l’esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità. E’ il santo patrono di tutti quelli che studiano e lavorano nel campo dell’ecologia, amato anche da molti che non sono cristiani. Egli manifestò un’attenzione particolare verso la creazione di Dio e verso i più poveri e abbandonati. Amava ed era amato per la sua gioia, la sua dedizione generosa, il suo cuore universale. Era un mistico e un pellegrino che viveva con semplicità e in una meravigliosa armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stesso. In lui si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore."
Nella Lettera Apostolica "Candor lucis aeternae" in occasione del settimo centenario della morte di Dante, Papa Francesco dedica una buona parte del testo alla figura di San Francesco. Così scrive il Santo Padre.
"Nell’XI canto del Paradiso tale consonanza appare in un nuovo aspetto, che li rende ancora più simili. La santità e la sapienza di Francesco spiccano proprio perché Dante, guardando dal cielo la nostra terra, scorge la grettezza di chi confida nei beni terreni: «O insensata cura de’ mortali, / quanto son difettivi silogismi / quei che ti fanno in basso batter l’ali!» (1-3). Tutta la storia o, meglio, la «mirabil vita» del santo è imperniata sul suo rapporto privilegiato con Madonna Povertà: «Ma perch’io non proceda troppo chiuso, / Francesco e Povertà per questi amanti / prendi oramai nel mio parlar diffuso» (73-75). Nel canto di San Francesco si ricordano i momenti salienti della sua vita, le sue prove, e infine l’evento in cui la sua conformità a Cristo, povero e crocifisso, trova l’estrema, divina conferma nell’impronta delle stimmate: «E per trovare a conversione acerba / troppo la gente e per non stare indarno, / redissi al frutto de l’italica erba, / nel crudo sasso intra Tevero e Arno / da Cristo prese l’ultimo sigillo, / che le sue membra due anni portarno» (103-108)."