Quattrocento anni fa, il 23 Aprile del 1616 moriva nella sua città natale William Shakespeare uno dei più grandi drammaturghi e poeti della storia della letteratura.
Era nato a Stratford-upon-Avon il 23 Aprile del 1564.
Considerato lo scrittore più rappresentativo del popolo inglese è stato soprannominato anche il Bardo, popolare già in vita, capace di eccellere sia nella commedia che nella tragedia, come nella poesia.
A Londra nel 1997 è stato ricostruito il teatro dove il Bardo rappresentava le sue opere, fin d'allora molto amate dal pubblico, il Globe.
Le sue opere sono rappresentate in tutto il mondo e i suoi 154 sonetti dedicati a un "bell'amico" e a una "donna misteriosa" sono tra i più belli mai scritti.
Il sonetto 18 qui pubblicato fa parte del gruppo di sonetti dedicati a questo misterioso amico.
« Posso paragonarti a un giorno d'Estate?Tu sei più amabile e più tranquillo.Venti forti scuotono i teneri boccioli di Maggio,E il corso dell'estate ha fin troppo presto una fine.Talvolta troppo caldo splende l'occhio del cielo,E spesso la sua pelle dorata s'oscura;Ed ogni cosa bella la bellezza talora declina,spogliata per caso o per il mutevole corso della natura.Ma la tua eterna estate non dovrà svanire,Né perder la bellezza che possiedi,Né dovrà la morte farsi vanto che tu vaghi nella sua ombra,Quando in eterni versi nel tempo tu crescerai:
- Finché uomini respireranno o occhi potran vedere,
- Queste parole vivranno, e daranno vita a te." »
- L'epitaffio sulla tomba del grande scrittore nella sua città natale così recita:
- « Caro amico, per l'amor di Gesù astieniti,
dallo smuovere la polvere qui contenuta.
Benedetto colui che custodisce queste pietre,
E maledetto colui che disturba le mie ossa »