A Bagnaia, piccolo borgo medievale della Tuscia, si trova un giardino rinascimentale tra i più belli realizzati nel 500.
E' il classico giardino all'italiana ricco di giochi d'acqua, di planimetrie geometriche (un lungo viale intersecato da viali secondari), aiuole con precise forme geometriche, terrazze, statue e vedute mozzafiato.
Giardino rinascimentale, luogo di piacere e di svago, di bellezza e di armonia.
E' il classico giardino all'italiana ricco di giochi d'acqua, di planimetrie geometriche (un lungo viale intersecato da viali secondari), aiuole con precise forme geometriche, terrazze, statue e vedute mozzafiato.
Giardino rinascimentale, luogo di piacere e di svago, di bellezza e di armonia.
La sua realizzazione è legata alla storia di Bagnaia e al desiderio di alcuni principi della Chiesa desiderosi di mostrare il proprio potere all'interno dell'organizzazione ecclesiastica, in particolare del Cardinale Gambara.
La costruzione cominciò nel 1511 e terminò nel 1566 .
La villa ha preso il nome di "Villa Lante" quando nel XVII secolo passò nelle mani di Ippolito Lante Montefeltro della Rovere, duca di Bomarzo.
Villa Lante si compone di due Casini quasi identici, costruiti nell'arco di trent'anni. Il casino che sì incotra sulla destra, subito dopo l'arco bugnato che si trova all'uscita dal paese di Bagnaia, fu iniziato nel 1566, mentre l'altro fu costruito dal cardinale Montalto dopo la morte del cadinale Gambara avvenuta nel 1587.
I giardini con i giochi d'acqua, le cascate, le fontane e i grottini , le scalinate e le terrazze, costituiscono l'attrazione principale di Villa Lante.
Entrando dall'arco che si trova nella piazza del villaggio ci si immette subito nel giardino, accolti da un parterre perfettamente regolare, il Quadrato con la Fontana dei Mori del Gianbologna; quattro mori tengono in alto il simbolo araldico della famiglia Montalto.
Da qui comincia una serie di terrazze che costringono il visitatore a inerpicarsi tra la fitta vegetazione di querce, lecci e platani, tra fontane, sculture e scorci inaspettati.
Nel primo dei giardini a terrazza si trova la Fontana dei lumini, una fontana a tre gradoni circolari e su ogni gradone una serie di fontanelle a forma di lucerne dalle quali sgorgono tanti zampilli.
Logge, grotte e statue cicondano la fontana .
Sulla terrazza successiva vi è un'enorme tavola di pietra circondata da acqua che scorre nel suo centro e tutto intorno. E' la mensa del Cardinale Gambara che amava riunire qui a tavola i suoi ospiti per godere della bellezza del posto, della frescura delle acque e del buon cibo.
L'attrazione successiva è la Fontana dei fiumi che sovrasta con le sue statue sdraiate la mensa del cardinale. Le statue rappresentano l'Arno e il Tevere per ricordare ai visitatori di ieri e di oggi il forte legame di Gambara con la famiglia Medici e il Papato.
Continuando nella salita si incontra la Catena del Gambero, un ruscello che scorre a cascata lungo i gradini per concludersi in fondo alla terrazza. Il Gambero era lo stemma araldico della famiglia Gambara.
Subito dopo si arriva alla Fontana del Diluvio alimentata dall'acqua che arriva dai monti Cimini e che andrà poi ad alimentare tutte le altre fontane. Attraverso arcate di finta roccia l'acqua si riversa nel bacino sottostante dove nuotano i delfini in peperino.
Sull'ultima terrazza si trovano ancora due piccoli casini che recano impressi sulla facciata il nome del cardinale Gambara.
Oltre il muro di cinta della villa si trova la Fontana di Pegaso inserita nella scenografia del Barco, la riserva di caccia del Cardinale. Al centro della fontana si trova la statua del Pegaso, il cavallo alato della mitologia che fece scaturire la sorgente di Ippocrene.
L'area boschiva intorno alla villa appartiene alla tradizione principesca che voleva per i nobili un luogo di svago e di caccia , naturale e selvaggio.
Foto di Alberto Colazilli
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