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venerdì 16 febbraio 2018

Sulle orme di Caravaggio a Roma : La Conversione di San Paolo (collezione Odescalchi Balbi)





Oltre alla Conversione di San Paolo conservata nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma esiste un'altra versione facente parte della collezione Odescalchi e realizzata da Caravaggio in un periodo di poco precedente al 1601 ( anno della realizzazione della seconda versione).

Infatti questa della collezione Odescalchi è la prima versione  della Conversione  destinata alla cappella Cerasi di Santa Maria del Popolo .
L'opera, di fattura manierista, fu giudicata troppo irriverente dai committenti perciò Caravaggio realizzò la seconda versione dove il vero protagonista della vicenda è in realtà il cavallo piuttosto che Saulo.

La vicenda della conversione di Saulo è raccontata dagli Atti degli Apostoli e anche dallo stesso Santo nelle sue lettere.
Saulo ebreo educato secondo la tradizione è un accanito persecutore delle nuove comunità cristiane e mentre si reca a Damasco per incarcerare quanti più possibili seguaci di Cristo gli appare in visione Gesù stesso che gli chiede:"Saulo, Saulo perchè mi perseguiti?

La luce abbagliante che accompagna la visione lo rende cieco e solo dopo tre giorni, per intervento di Anania della comunità cristiana di Damasco cui è apparso in visione Gesù, riacquista la vista e comincia il suo apostolato.

Il dipinto della collezione Odescalchi rappresenta una scena convulsa e vorticosa che coglie il momento esatto in cui Cristo appare a Saulo che cade a terra coprendosi gli occhi accecato dalla luce della visione.

Gesù, nell'angolo a destra in alto tende le braccia verso Paolo mentre un angelo lo sorregge.
Il cavallo imbizarrito da quanto sta  accadendo viene tenuto a freno da un soldato che cerca di coprirsi con lo scudo mentre un altro personaggio si nasconde dietro di lui per ripararsi dalla luce.
Paolo giace a terra e cerca invano di coprirsi gli occhi con le mani.

Da questo momento la sua vita cambierà e da accanito persecutore della fede cristiana diventerà l'Apostolo delle genti che diffonderà la nuova dottrina anche tra i Gentili, fino a morire per Cristo a Roma, per decapitazione.



 Particolare dell'Angelo che sorregge Gesù con le mani tese verso Saulo


Particolare di Saulo a terra che cerca di ripararsi invano dalla luce di Cristo


 Particolare del palafreniere e del cavallo

La Conversione Odescalchi  presenta molti personaggi, Saulo, Gesù, l'angelo, due soldati, il cavallo.
Nella seconda versione invece il pittore ha lasciato solo Saulo, un soldato e un cavallo che incombe con tutta la sua mole sulla  scena.

Qui, a differenza della prima versione, Caravaggio rappresenta il momento dopo l'incontro tra Cristo e Saulo, infatti la scena è più serena, il cavallo è più tranquillo, il soldato quasi si china verso il Santo per dargli aiuto e Paolo non ha più le mani sul volto ma le tende verso l'alto quasi a voler trattenere la visione. 


Palazzo Odescalchi Balbi in piazza dei Santi Apostoli rione Trevi, Roma



mercoledì 24 gennaio 2018

Sulle orme del Caravaggio a Roma : la Madonna dei Pellegrini o di Loreto nella Basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio

La Madonna dei Pellegrini o di Loreto del Caravaggio si trova nella cappella Cavalletti della chiesa di Sant'Agostino in Campo Marzio.

La tela è databile al 1604-06 e quando il quadro fu esposto nella chiesa suscitò molte polemiche perchè secondo la iconografia tradizionale la Vergine avrebbe dovuto essere rappresentata in cielo e in trono con gli angeli che sorregono la Santa Casa. 

Caravaggio invece ha dipinto la Madonna come una donna comune che si affaccia sulla porta di casa reggendo tra le braccia un Gesù Bambino già grandicello e ascolta, con il capo reclinato e lo sguardo attento, le preghiere di due pellegrini stanchi e con i piedi sporchi per il lungo cammino.

La Vergine Maria è appoggiata con atteggiamento rilassato allo stipite della porta e incrocia una gamba sull'altra mostrando i piedi scalzi.

E' una donna del popolo che si identifica nei due pellegrini  e la casa è qualcosa di reale e stabile, così il pittore abolisce l'immaginario tradizionale della devozione popolare e  questo è ritenuto uno scandalo dai benpensanti e dai prelati.

Il popolo invece si riconobbe in questo nuovo modo di rappresentare una devozione popolare.

La cosa che fece più scalpore fu l'uso della modella facilmente riconoscibile da tutti perchè si trattava della famosa Lena, Maddalena Antognietti, nota in tutta Roma perchè era una cortigiana di alto bordo che si divideva tra cardinali e ricchi mercanti. Lena era la modella preferita di Caravaggio e aveva un rapporto molto stretto col pittore. Per di più nella tela mostra le sue forme prosperose e il Concilio di Trento aveva bandito ogni raffigurazione  lasciva dalle "sacre figure".















sabato 19 novembre 2016

Sulle orme di Caravaggio a Roma : Basilica di Santa Maria del popolo



La Basilica di Santa Maria del Popolo si trova, come tutti sappiamo,a Roma  nella omonima Piazza del Popolo (dal latino populus che significa polpolo ma anche pioppo).
La chiesa ha origine da una cappella costruita nel 1099 e ingrandita nel tredicesimo secolo da Papa Gregorio IX. Gli interventi successivi  nel XVI secolo furono del Bramante, in seguito di Raffaello, che progettò la cappella Chigi, e del Bernini che restaurò nuovamente la chiesa dandole l'impronta barocca che possiamo ammirare oggi
Nel Transetto si trova la Cappella Cerasi dove sono due dei più grandi capolavori di Caravaggio, la Conversione di San Paolo e la Crocifissione di San Pietro. La pala d'altare centrale di Annibale Carracci raffigura l'Assunzione della Vergine.
Il 24 settembre del 1600 Monsignor Tiberio Cerasi commissionò a Caravaggio la realizzazione di due quadri rappresentanti la Crocifissione di San Pietro e la Conversione di San Paolo.
Il pittore li realizzò nell'arco di un anno facendo una doppia versione di ambedue le opere.



La Crocifissione di San  Pietro raffigura il Santo che viene crocifisso a testa in giù per suo volere, per rispetto  e umiltà nei confronti di Cristo. 
La luce colpisce la tela dal lato destro e illumina  il petto del Santo, parte del volto e della mano sinistra che presenta già il chiodo infisso. Le altre parti del corpo sono più in ombra.
Chi ammira il quadro rimane colpito dal volto del successore di Cristo, un viso di vecchio che coraggiosamente e umilmente affronta il martirio, tenendo la testa ancora eretta e gli occhi vigili, ma malinconici, rivolti verso chi assiste alla sua crocifissione alla sua sinistra, un personaggio che noi non vediamo ma di cui possiamo immaginare la presenza perchè si vede un lembo di abito buttato  a terra, probabilmente di un quarto uomo che aiuta a issare la croce.
I tre uomini che stanno sollevando la croce nelle loro movenze evidenziano tutta la fatica che richiede una simile operazione; la pesante croce deve essere conficcata nella buca e richiede un grande sforzo. In primo piano vediamo l'uomo scalzo dai piedi neri che appoggiato con le mani a terra regge sulle spalle il legno della croce, un altro sulla sinistra, il cui volto rugoso un pò in ombra denota tutto lo sforzo  e la fatica, solleva il lato più lungo del legno e il terzo tira con  una corda che segna la schiena curva sotto il peso.
Queste persone non sono raffigurate come aguzzini, ma come tre uomini semplici,  costretti a svolgere un lavoro faticoso e brutale non per loro volontà.
I personaggi si stagliano su uno sfondo  scuro con sfumature di marrone, un'atmosfera cupa e di morte che accompagna il sacrificio del primo successore di Cristo sulla terra.
Il fascio di luce crea dei chiaroscuri, illuminando parzialmente solo le vesti dei tre uomini, le braccia tese nello sforzo rivelano chiaramente la tensione dei muscoli. I volti sono nascosti nell'ombra in contrasto con  quello di Pietro ben delineato in tutti i dettagli.















Nella Conversione di San Paolo la scena rappresenta il momento in cui a Saulo, persecutore dei cristiani, sulla via di Damasco, appare Cristo in una fortissima luce che lo colpisce agli occhi e lo rende cieco. Gesù gli chiede di desistere dalla persecuzione dei cristiani e di diventare suo ministro e testimone.
Saulo, vestito da soldato romano, abbagliato dalla luce accecante è appena caduto a terra disarcionato dal cavallo imbizzarrito dall'evento straordinario. Giace sul suo mantello rosso, la spada al suo fianco, con le braccia rivolte verso l'alto, verso Gesù che solo lui può ascoltare e  al quale, lui acerimmo persecutore dei suoi seguaci, si  consegna totalmente.
Il cavallo  domina tutto il quadro, la criniera illuminata dalla luce, lo zoccolo sollevato miracolosamente per evitare di schiacciare Saulo che giace tra le sue zampe;  un uomo scalzo appare dietro la testa del cavallo e lo  tiene per le briglie mentre osserva la scena senza intervenire.
Non compare l'immagine di Cristo; chi guarda il quadro intuisce la sua presenza dalla luce irreale che ha squarciato la tenebra e dall'atteggiamento di Saulo che "guarda" verso l'alto e "vede" ciò che occhio umano non può percepire, Gesù Cristo che da questo istante cambierà per sempre la sua vita.
Il persecutore feroce dei cristiani diventerà l'Apostolo delle genti.










Le foto sono state prese nel web






giovedì 3 marzo 2016

Sulle orme di Caravaggio a Roma : Galleria Borghese


Bacchino malato

Il quadro fu realizzato dal pittore presso la bottega di Giuseppe Cesari detto Cavalier d'Arpino tra il 1593 e il 1594. Per motivi fiscali l'opera fu sequestrata insieme al" Fanciullo con canestro di frutta" da Papa Paolo V che li donò al nipote Scipione Caffarelli- Borghese.
Il titolo è dovuto al colorito della pelle del soggetto che, secondo gli studiosi, è lo stesso Caravaggio convalescente dopo un periodo di degenza all'ospedale dei poveri, l'ospedale della Consolazione.


Fanciullo con canestro di frutta

L'opera è stata realizzata da Caravaggio tra il 1593 e il 1594, durante il periodo romano, quando collaborò con il Cavalier D'Arpino, dipingendo "fiori e frutta".
Il quadro mostra l'abilità dell'artista nel rappresentare con grande precisione ogni dettaglio e nell'uso del chiaro-scuro. La tela entrò a far parte della collezione Borghese quando fu prelevato dalla bottega del D'Arpino insieme al "Bacchino malato".




La Madonna dei palafrenieri

L'opera fu commissionata a Caravaggio dall'Arciconfraternita dei palafrenieri vaticani e rappresenta la Madonna con il Bambino Gesù che schiaccia il serpente mentre Sant'Anna assiste impassibile alla scena. Il quadro fu consegnato dal pittore nel 1606 ma rimase solo pochi giorni sull'altare cui era destinato, infatti fu rifiutatto dai committenti perchè ritenuto blasfemo  a causa del Bambino troppo cresciuto, della scollatura troppo vistosa della Madonna e per la modella Lena, nota prostituta romana che aveva già prestato il suo volto alla "Madonna dei pellegrini".
La tela fu venduta perciò per 100 scudi alla famiglia Borghese. 

 

San Girolamo scrivente

 La tela fu commissionata a Caravaggio dal cardinale Scipione Borghese e il pittore la realizzò tra il 1605 e il 1606.
Il tema  San Girolamo è ricorrente nella pittura del periodo della Controriforma perchè il Santo tradusse la Bibbia dall'ebraico al latino, diffondendo così le sacre scritture.
La figura del Santo posta di tre quarti è parte integrante di una natura morta che comprende il teschio e i libri. Di quest'opera Caravaggio fece un'altra versione che si trova nella Concattedrale di San Giovanni Battista a La Valletta.

 

Davide con la testa di Golia

Il dipinto fu realizzato da Caravaggio tra il 1609 e il 1610 a Napoli dove si era rifugiato in attesa della grazia. L'opera infatti fu inviata al cardinale Scipione Borghese insieme alla domanda di grazia.
Davide ha un'espressione compassionevole guardando la testa urlante del gigante Golia, un autoritratto del pittore dove appare invecchiato e sofferente rispetto all'autoritratto  del " Martirio di San Matteo". Sulla lama della spada nelle mani di Davide compare la scritta H-AS OS cioè "Humiltas occidit superbiam", come atto di sottomissione al cardinale Borghese.
La grazia lo raggiungerà proprio al momento della morte .
 


San Giovanni Battista

Dipinto dal pittore nella primavera del 1610, fu inviato al cardinale Borghese che lo aveva condannato a morte e aveva il potere di ridargli la libertà.
Più che San Giovanni, secondo gli studiosi, il quadro rappresenta il Buon Pastore, cioè il cardinale che può salvarlo, e la pecora rappresenta il pittore che si è smarrito per il crimine commesso.
Il pittore, per recuperare il quadro trasportato a Porto Ercole piuttosto che a Roma dal cardinale, muore nella cittadina dell'Argentario dopo aver fallito nell'impresa.
 


La galleria Borghese

lunedì 8 dicembre 2014

Sulle orme di Caravaggio a Roma : RIPOSO DURANTE LA FUGA IN EGITTO (Galleria Doria-Pamphilj)


Il Riposo è un'opera giovanile di Michelangelo Merisi, realizzata tra il 1595 e il 1596, quando il pittore aveva solo 25 anni. Secondo una recente ricerca il quadro apparteneva  a Girolamo Vittrini, amico di Caravaggio. Alla morte di Girolamo il quadro fu venduto a Camillo Pamphilij e divenne proprietà della moglie, la principessa Olimpia Aldobrandini.
Il quadro raffigura la fuga in Egitto della Sacra Famiglia, per sfuggire alla strage degli Innocenti di Erode.

Presenta quattro personaggi : San Giuseppe vecchio e stanco, un Angelo che suona il violino, la Vergine Maria giovane e bella che, stanca per il viaggio, riposa abbracciando  teneramente Gesù che dorme sereno, come dice il Salmo, "come bimbo svezzato in braccio a sua madre".


Il vecchio Giuseppe siede su un sacco colmo di quelle povere cose indispensabili per la Famiglia, con i piedi scalzi e incrociati sul terreno arido e coperto di pietre; vicino a lui un fiasco chiuso con uno straccio e l'asino dai grandi occhi che sembra ascoltare con attenzione rapita la melodia  suonata dall'angelo.

Giuseppe regge tra le mani uno spartito musicale .
L'Angelo, raffigurato di spalle ,con la testa leggermente girata di lato e il fianco sporgente nella tipica posizione del suonatore di violino, appare splendente di luce, con il drappo bianco che copre solo in parte la sua nudità.


La figura dell'Angelo divide a metà la tela e si confonde con la quercia che si trova sullo sfondo, rivestito di colori autunnali.
Sulla sinistra il quadro appare scuro e non si intravede nemmeno un piccolo scorcio del cielo che invece appare luminoso sul lato destro del dipinto e fa da sfondo a una natura più verdeggiante e alla figura di Maria dolcemente abbracciata al suo Bambino che dorme cullato dalla musica dell'Angelo.

La Madonna è giovane, bella, rossa di capelli, indossa un abito rosso e una coperta scura le copre le gambe incrociate; la testa è reclinata sulla spalla , con la mano sinistra cinge forte Gesù,mentre l'altra è abbandonata in grembo.

Nel 1983 è stata identificata la partitura dipinta da Caravaggio che riproduce in modo preciso il mottetto del compositore fiammingo Noel Bauldewijn, basato sul Cantico dei cantici e intitolato "Quam Pulchra es", "Come sei bella", riferito alla Madonna.



L'intero dipinto si riferisce la Cantico dei cantici che celebra l'amore mistico dello sposo (Cristo) per la sua sposa (la Chiesa).
Caravaggio amava dipingere servendosi di un "modello".

La Madonna di questo dipinto ricorda la "Maddalena penitente", quadro conservato nella stessa Galleria Doria, e l'Angelo, nel suo profilo delicato, ricorda lo stesso giovane che prestò i lineamenti al giocatore truffato dai bari nella tela di Fort Worth.




La Maddalena penitente di Caravaggio (Galleria Doria- Pamphilij)




I bari di Caravaggio





La Galleria Doria-Pamphilij



sabato 26 luglio 2014

Sulle orme di Caravaggio a Roma : Maria Maddalena in estasi (collezione privata)




Maria Maddalena in estasi di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio fa parte di una collezione privata e tra le opere dell'artista è quella più copiata. Ne esistono infatti ben otto copie, ma questa , a detta dei critici, sembra essere l'originale.
L'opera fu realizzata da Caravaggio nel 1606, dopo la sua fuga da Roma per l'omicidio di Ranuccio Tomassoni.
Condannato alla pena capitale si rifugiò nella tenuta dei principi Colonna a Paliano in provincia di Frosinone.
Qui dipinse anche La cena di Emmaus.
L'artista ritrasse Maddalena Antognetti, la Lena, famosa e bella cortigiana romana che Caravaggio aveva usato come modella per La Madonna dei palafrenieri e per La Madonna dei pellegrini, suscitando tanto scalpore.
A Roma, la Lena era per tutti la donna di Caravaggio che in questo quadro la dipinse così come la ricordava.
Maria Maddalena non è più la donna penitente, è ormai convertita e la sua figura denuncia tutta la sofferenza che prova e il suo pentimento.       Sdraiata obliqua su una panca, coperta da un mantello rosso che le copre anche le ginocchia, un gomito appoggiato sulla spalliera, le mani giunte in grembo, la camicia che le lascia scoperte le spalle, i capelli sciolti con una lunga ciocca che le copre il seno, il volto pallido, la testa appoggiata sulla spalla, gli occhi semichiusi, la bocca leggermente aperta, una lagrima che le riga il volto...così appare la Maddalena...c'è serenità ma anche sofferenza sul volto di questa donna redenta dal perdono divino, in muta preghiera davanti al suo Salvatore.
Un volto che esprime riconoscenza, serenità, abbandono totale, sofferenza, 
sentimenti contrastanti ma profondamente umani.



Particolare del dipinto

Maddalena Antognetti, donna e modella di Caravaggio, la bella cortigiana romana, dopo la fuga dell'artista da Roma tornò dalla madre e dalla sorella e morì giovane nel 1610. 
Il suo volto bello e intensamente espressivo, immortalato dal genio di Michelangelo Merisi, è esposto ormai da secoli all'ammirazione di tutti coloro che amano l'arte e sono affascinati dall'abilità  espressiva del grande artista, ribelle e infelice.

giovedì 23 gennaio 2014

Sulle orme del Caravaggio a Roma : Chiesa di Santa Maria Immacolata in Via veneto

La chiesa di Santa Maria Immacolata fu fatta costruire nei pressi di Palazzo Barberini dal papa Urbano VIII, in onore di suo fratello Antonio Barberini che faceva parte dell'ordine dei Cappuccini, la cui tomba è tuttora conservata all'interno della chiesa .
La chiesa fu  costruita tra il 1626 ed il 1631. La struttura architettonica dell'edificio è costituita da una piccola navata con dieci cappelle laterali
adornate da importanti pitture.

 

L'attrattiva principale della chiesa è sicuramente la cripta-ossario decorata con le ossa di circa 4000 frati cappuccini, raccolti  dal vecchio cimitero dell'ordine dei Cappuccini, nei pressi del Quirinale. La cripta è divisa in cinque piccole cappelle dove si trovano anche alcuni corpi interi di alcuni frati mummificati con  le vesti tipiche dei frati Cappuccini.
All'ingresso della cripta si può leggere questa scritta:
« Noi eravamo quello che voi siete, e quello che noi siamo voi sarete. »


San Francesco in preghiera del Caravaggio


San Francesco in preghiera è conservato nella sacrestia.
Solo recentemente questa tela è stata attribuita  al Caravaggio. Una tela quasi identica si trova, sempre a Roma, nella Galleria Nazionale d'arte antica e fu eseguita nel 1595.

La tela della chiesa dei Cappuccini risale al 1605 e il dibattito sulla sua attribuzione al Caravaggio ha appassionato a lungo gli studiosi.
E' di Michelangelo Merisi da Caravaggio o è stata eseguita da un allievo della sua bottega che ha copiato l'originale?

Il dibattito è appassionante, ma per il momento sembra risolto.

Caravaggio ha dipinto anche un San Francesco in meditazione che si trova a Cremona nella Pinacoteca civica, San Francesco in estasi che si trova a Hartford e la Natività con i Santi Francesco e Lorenzo conservato a Palermo.



San Francesco in estasi


San Francesco in meditazione


Natività con i Santi Francesco e Lorenzo



sabato 19 maggio 2012

Roma - Sulle orme di Caravaggio (1) : San Luigi dei francesi

Interno della chiesa (foto di Margot)


La chiesa di San Luigi dei Francesi si affaccia sulla piazza omonima, non distante da piazza Navona.
E' la chiesa nazionale dei francesi a Roma fin dal 1589.
E' un'esaltazione della Francia attraverso la rappresentazione dei suoi Santi e dei personaggi più grandi della sua storia
Sulla facciata, realizzata da Domenico Fontana e progettata da Giacomo della Porta, si trovano le statue di Carlo Magno, San Luigi IX re di Francia, Santa Clotilde e Santa Giovanna di Valois.
All'interno,  impreziosito da marmi pregiati e da stucchi, si trovano numerose cappelle, tra le quali ne  spiccano due particolarmente preziose perchè racchiudono veri e propri capolavori del XVII secolo : nella navata a destra la cappella con le storie di Santa Cecilia affrescate dal Domenichino e a sinistra la cappella Contarelli con i tre capolavori del Caravaggio , la vocazione di San Matteo, San Matteo e l'Angelo, il Martirio di San Matteo.
 Nella chiesa si trovano anche diverse tombe, tra le quali quella di Pauline de Beaumont, fatta costruire dal suo amante François Réné de Chateubriand.
Sopra l'altare maggiore della navata centrale si può ammirare un affresco che raffigura la Vergine Assunta in cielo.
Michelangelo Merisi da Caravaggio ha lavorato a Roma nel periodo tra il 1592 e il 1606.
Cominciò ad affrescare la cappella Contarelli nel 1599 su incarico del cardinale Matteo Contarelli che gli commissionò La vocazione di San Matteo e Il martirio di San Matteo.

Martirio di San Matteo (foto di Margot)

La prima tela realizzata è quella del Martirio di San Matteo. Il quadro misura 323 x 343 e la radiografia ha mostrato che il pittore fece altre due copie prima della definitiva. I personaggi sono rappresentati su un piano inclinato con al centro il carnefice che colpisce con la spada il santo ucciso, secondo la Legenda Aurea,  durante una celebrazione.Un fascio di luce illumina la figura del soldato raffigurato in tutta la sua possenza fisica.
San Matteo ferito è parzialmente illuminato e cerca di proteggersi, con la mano alzata, dal pugnale del suo assassino che gli tiene il braccio con forza.
Tutt'intorno le persone fuggono terrorizzate, come il bambino sulla destra, mentre sulla parte sinistra, nel personaggio che giace a terra, Caravaggio hga rappresentato se stesso.
In alto, dalle nubi del cielo, un angelo porge al Santo la palma del martirio.

La vocazione di San Matteo (foto di Margot)


Nella Vocazione di San Matteo, olio su tela 322x 340, dipinto tra il 1599 e il 1600, il Santo è raffigurato al centro della scena, illuminato da un forte raggio di luce, la luce divina; è seduto intorno ad un tavolo con altre persone e guarda meravigliato Gesù che lo indica con un dito e  in modo imperioso lo invita a lasciare tutto e a seguirlo. I personaggi vestono gli abiti dell'epoca del pittore, tranne Gesù.
La scena sembra ambientata in un'osteria e la fitta penombra viene squarciata  dalla luce divina che  illumina i volti dei personaggi, alcuni con la testa bassa perchè non sono disposti ad accoglierla.
Dietro Gesù si intravede San Pietro.

San Matteo e l'Angelo (foto di Margot)


San Matteo e l'Angelo si trova al centro della cappella Contarelli. Due anni dopo aver dipinto le tele laterali Caravaggio fu chiamato a dipingere anche la pala centrale.
La prima versione di San Matteo e l'Angelo non fu accettata dalla congregazione perchè il Santo veniva rappresentato come un uomo rozzo a cui l'Angelo deve quasi tenere la mano per fargli scrivere il sacro testo e suggerirgli gli argomenti.
La tela fu comprata da Vincenzo Giustiniani, passò poi ai musei di Berlino e fu distrutta durante un bombardamento della seconda guerra mondiale.

San Matteo e l'angelo prima versione
 (foto presa da Internet)


Nella tela, 295x 195, che possiamo ammirare oggi a San Luigi dei Francesi, San Matteo ha l'aspetto di un dotto ed  è seduto al suo banco in una posizione poco ortodossa con un ginocchio appoggiato a una panca , raffigurazione lontana dai canoni classici. Il Santo, ispirato dall'angelo che lo sovrasta in un turbinio di veli, è intento a scrivere il suo Vangelo in piena autonomia, senza alcun suggerimento da parte dell'inviato celeste .












martedì 28 giugno 2011

CARAVAGGIO - La decollazione di San Giovanni Battista






Questo quadro di Michelangelo Merisi detto Caravaggio si trova nell'Oratorio della Co-Cattedrale di San Giovanni Battista a La Valletta (Malta).
E' un quadro di grandi dimensioni (3,61 per 5,20), olio su tela, dipinto dall'artista nel 1608, durante il suo soggiorno a Malta , dopo la fuga da Roma per una condanna comminatagli per omicidio.
Il pittore dipinse questo quadro per il Gran Maestro Alof di Wignancourt per ornare l'altare della cappella dedicata al Santo.
A Malta Caravaggio fu investito del titolo di "Cavaliere di Grazia" dall'Ordine il 14 luglio 1608. Tuttavia il 6 dicembre dello stesso anno il pittore fu cacciato dall'Ordine  in seguito ad una lite, e al conseguente arresto,con un cavaliere di rango superiore.
La scena del dipinto si svolge all'interno di una prigione, come dimostrano i due carcerati affacciati da una grata; la penombra avvolge i personaggi, l'esecuzione avviene probabilmente alle prime luci dell'alba e solo un raggio di luce fa percepire l'orrore del misfatto.
Il carceriere che assiste imperterrito alla scena ha le fattezze di Philippe de Wignancourt, fratello del Gran Maestro dellOrdine; in San Giovanni Battista il pittore ha rappresentato probabilmente la sua vittima.
Il Santo è agli ultimi istanti di vita e il boia sta per dargli il colpo della misericordia con il pugnale che ha stretto in pugno; a fianco si nota la spada con cui è stato sferrato il primo colpo e sulla destra pende la fune alla quale San Giovanni era legato e che è stata recisa poco prima.
Gli altri personaggi sono una giovane donna con il bacile che dovrà raccogliere la testa del Santo e una donna anziana che, in preda all'orrore, si stringe la testa tra le mani.
Caravaggio firmò la sua opera nel sangue che schizza dalla ferita del Battista ; si legge "F(ra) Michelangelo", l'ultima parte del nome è poco leggibile.

Questo particolare e le sue dimensioni ( il quadro più grande dell'intera produzione el Caravaggio) rendono l'opera  più che unica.
Quando il pittore, poco tempo dopo, fuggì dall'isola, la bolla con la quale veniva scacciato dall'Ordine fu letta proprio davanti a questo quadro.
La costruzione della Co-Cattedrale di San Giovanni, con l'Oratorio riccamente decorato dove è conservata la tela del Caravaggio, fu autorizzata nel 1753 dal Gran Maestro Jean de la Cassière e fu terminata nel 1758. L'austero aspetto esteriore non rivela niente dell'opulenza dell'interno, in stile barocco, arricchito nel corso degli anni dai vari Maestri che si sono succeduti alla guida dell'Ordine di Malta.

Visitare la cattedrale, ammirarne la bellezza e la magnificenza, sostare nell'Oratorio in religioso silenzio davanti alla stupefacente bellezza di questo capolavoro che un genio ribelle ha donato all'umanità intera, è stata una delle emozioni più belle mai provate.

             L'interno riccamente decorato della Co-cattedrale di san Giovanni Battista  a  La Valletta

                                                 Il severo aspetto esteriore della Cattedrale