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martedì 15 novembre 2016

Villa Lante di Bagnaia, il giardino rinascimentale






A Bagnaia, piccolo borgo medievale della Tuscia, si trova un giardino rinascimentale tra i più belli  realizzati nel 500.
E' il classico giardino all'italiana ricco di giochi d'acqua, di planimetrie geometriche (un lungo viale intersecato da viali secondari), aiuole con precise forme geometriche, terrazze, statue e vedute mozzafiato.
Giardino rinascimentale, luogo di piacere e di svago, di bellezza e di armonia.
La sua realizzazione è legata alla storia di Bagnaia e al desiderio di alcuni principi della Chiesa desiderosi di mostrare il proprio potere all'interno dell'organizzazione ecclesiastica, in particolare del Cardinale Gambara.
La costruzione cominciò nel 1511 e terminò nel 1566 .
La villa ha preso il nome di "Villa Lante" quando nel XVII secolo passò nelle mani di Ippolito Lante Montefeltro della Rovere, duca di Bomarzo.

Villa Lante si compone di due Casini quasi identici, costruiti nell'arco di trent'anni. Il casino che sì incotra sulla destra, subito dopo l'arco bugnato che si trova all'uscita dal paese di Bagnaia, fu iniziato nel 1566, mentre l'altro fu costruito dal cardinale Montalto dopo la morte del cadinale Gambara avvenuta nel 1587.




I giardini con i giochi d'acqua, le cascate, le fontane e i grottini , le scalinate e le terrazze, costituiscono  l'attrazione  principale di Villa Lante. 

Entrando dall'arco che si trova nella piazza del villaggio ci si immette subito nel giardino, accolti da un parterre perfettamente regolare, il Quadrato con la Fontana dei Mori del Gianbologna; quattro mori tengono in alto il simbolo araldico della famiglia Montalto.



Da qui comincia una serie di terrazze che costringono il visitatore a inerpicarsi tra la fitta vegetazione di querce, lecci e platani, tra fontane, sculture e scorci inaspettati.




Nel primo dei giardini a terrazza si trova la Fontana dei lumini, una fontana a tre gradoni circolari e su ogni gradone una serie di fontanelle a forma di lucerne dalle quali sgorgono tanti zampilli.
Logge, grotte e statue cicondano la fontana .




Sulla terrazza successiva vi è un'enorme tavola di pietra circondata da acqua che scorre nel suo centro e tutto intorno. E' la mensa del Cardinale Gambara che amava riunire qui  a tavola i suoi ospiti per godere della bellezza del posto, della frescura delle acque e del buon cibo.




L'attrazione successiva è la Fontana dei fiumi che sovrasta con le sue statue sdraiate la mensa del cardinale. Le statue rappresentano l'Arno e il Tevere per ricordare ai visitatori di ieri e di oggi il forte legame di Gambara con la famiglia Medici e il Papato.



Continuando nella salita si incontra la Catena del Gambero, un  ruscello  che scorre a cascata lungo i gradini per concludersi in fondo alla terrazza. Il Gambero era lo stemma araldico della famiglia Gambara.




Subito dopo si arriva alla  Fontana del Diluvio alimentata dall'acqua che arriva dai monti Cimini e che andrà poi ad alimentare tutte le altre fontane. Attraverso arcate di finta roccia l'acqua si riversa nel bacino sottostante dove nuotano i delfini in peperino.



Sull'ultima terrazza si trovano ancora due piccoli casini che recano impressi sulla facciata il nome del cardinale Gambara.


Oltre il muro di cinta della villa si trova la Fontana di Pegaso inserita nella scenografia del Barco, la riserva di caccia del Cardinale. Al centro della fontana si trova la statua del Pegaso, il cavallo alato della mitologia che fece scaturire la sorgente di Ippocrene.




L'area boschiva intorno alla villa appartiene alla tradizione principesca che voleva per i nobili un luogo di svago e di caccia , naturale e selvaggio.







Foto di Alberto Colazilli

sabato 27 febbraio 2016

VILLA CARLOTTA, uno scrigno d'arte sulle rive del lago di Como




Villa Carlotta a Tremezzo sul lago di Como, fu costruita alla fine del 1600 dal marchese Giorgio Clerici  per passare poi, dopo varie vicissitudini dinastiche, a Gianbattista Sommariva, uno degli uomini polici più influenti del periodo napoleonico.
Era sua ambizione diventare vice presidente della Repubblica Cisalpina ma gli fu preferito Francesco Melzi , suo grande rivale.
Deluso dalla politica, come rivincita sociale, decise di diventare collezionista d'arte e trasformò la villa di Tremezzo in un museo ricco di opere d'arte antiche e moderne, di pittura e scultura.
Dopo la sua morte la villa passò al figlio che, scomparso prematuramente senza eredi, lasciò il patrimonio alla moglie francese.
Nel 1844 la villa fu venduta alla principessa Marianna di Nassau, moglie del principe Alberto di Prussia. La coppia donò poi la proprietà alla figlia Carlotta in occasione delle sue nozze con il principe ereditario di Sassonia Meiningen, il duca Giorgio II.
Carlotta, donna colta  e amante d'arte e di musica  come il marito, morì prematuramente dopo quattro anni di matrimonio e tre figli, lasciando in eredità al marito Villa Carlotta.
Il duca si occupò sempre con molta cura della villa di Tremezzo e fu proprio lui, appassionato botanico, a realizzare lo splendido giardino che la circonda .


Villa Carlotta è una splendida meta per una visita che unisce arte  e natura, ma per il momento è opportuno concentrare l'attenzione solo sulla splendida collezione di opere d'arte collezionate, come già detto sopra, da Gianbattista Sommariva.

La collezione si trova al piano inferiore della villa, mentre al piano superiore troviamo gli appartamenti di Carlotta, con tutti gli arredi e gli oggetti a lei appartenuti.



Un abito appartenuto alla principessa Carlotta


 La sua sala da pranzo


 La sua camera da letto

La collezione del piano inferiore è ricca di opere d'arte che hanno fatto accorrere visitatori da tutta Europa,  non solo nell'800 ,ma anche ai nostri giorni. Ha suscitato la meraviglia di tutti i grandi viaggiatori del diciannovesimo secolo, da Sthendal a Flaubert a Mary Shelley.

Il palazzo stesso, con la sua magnifica posizione sul lago, la scenografica scalinata e il rigoglioso giardino ricco di tante specie botaniche che lo circonda suscitò l'ammirazione di tutti i visitatori dell'epoca, così come incanta con le sue meraviglie i visitatori di oggi, più frettolosi e meno esigenti  degli uomini di lettere di quel periodo.


L'opera più affascinante di questa collezione d'arte è sicuramente Amore e Psiche giacenti di Adelmo Tadolini. E' una replica della scultura commissionata dal principe russoYussupoff, oggi all'Hermitage, derivata dal modello originale che lo stesso Canova donò al suo allievo prediletto Tadolini. L'opera è stata realizzata, tranne che per le ali, da un unico blocco marmoreo e arrivò a Tremezzo nel 1834.

Lo scrittore francese Gustave Flaubert rimase affascinato dalla scultura e così ha scritto :"Sono ritornato più volte a Villa Carlotta e l'ultima ho abbracciato sotto l'ascella quella giovane distesa che tende verso Amore le sue lunghe braccia di marmo. E il piede! E la testa! E il profilo! Che mi si perdoni; questo è stato il mio unico bacio sensuale dopo molto tempo; ma è stato qualcosa di più. Ho abbracciato la Bellezza stessa."




La Musa Tersicore di Canova si trova nella Sala Gessi. E' un prezioso modello originale in gesso che conserva ancora le repère, cioè i chiodini usati come riferimento per trasferire le misure della scultura sul blocco marmoreo .


Palamede di Canova è stato realizzatra nel 1805 , si danneggiò durante un'inondazione del Tevere e fu restaurata dallo stesso scultore. Il trasferimento a Villa Carlotta avvenne nel 1819. Raffigura il figlio di Nauplio re dell'Eubea, che scoprì l'inganno di Ulisse che si fingeva pazzo per non partecipare alla guerra di Troia. In seguito lo stesso Ulisse lo fece uccidere accusandolo ingiustamente.








La Maddalena penitente della scuola del Canova è una copia coeva della Maddalena penitente dello scultore che Sommariva acquistò nel 1808. Si trova in una piccola stanza, in penombra e sapientemente illuminata, secondo le indicazioni del collezionista, per esaltarne la bellezza.

 

Venere e Marte di Luigi Acquisti, scultore che subì moltissimo l'influenza del Canova.  Fu acquisita dal Sommariva nel 1805 e si trova nel salone di marmo. Nella sala, si trova anche il bassorilievo imponente realizzato dallo scultore danese Bertel Thorsvalden "L'ingresso di Alessandro Magno a Babilonia". L'opera fu completata nel 1812 per la visita di Napoleone a Roma. L'imperatore ne ordinò una copia in marmo per il Pantheon di Parigi ma le vicissitudini politiche ne impedirono la realizzazione e Sommariva l'acquistò nel 1818. Il bassorilievo è composto da 13 lastre di marmo e lo scultore stesso e Sommariva vi sono raffigurati insieme al popolo babilonese.


 Virgilio legge il sesto canto dell'Eneide di Jean Baptiste Wecar. La tela fu commissionata al pittore francese dal Sommariva tramite l'amico Canova. Il collezionista vi si fa ritrarre nel personaggio di Mecenate, protettore delle arti, mentre il generale Agrippa ha le sembianze di Napoleone Bonaparte.


L'ultimo bacio di Romeo e Giulietta di Francesco Hayez , tra i più importanti dipinti della collezione, realizzato nel 1813, è il manifesto della pittura romantica italiana. Rappresenta i due sfortunati amanti veronesi nel momento in cui si scambiamo l'ultimo bacio alle prime luci dell'alba. Venne eseguito su commissione del Sommariva.


Visitare questo straordinario e inaspettato museo a Villa Carlotta  significa per il visitatore, anche per il più distratto, riconciliarsi con la propria anima e farsi sorprendere dalla grandiosità della nostra storia e della nostra arte che tutti ci  invidiano, significa, come fu per lo scrittore Flaubert, abbracciare la Bellezza stessa.

mercoledì 24 giugno 2015

Il giardino del Quirinale

Il giardino del Quirinale copre una superficie di circa quattro ettari, luogo di meraviglia, rigoglioso di piante secolari.
Il viale centrale delle palme disegna un'ideale separazione tra le due parti del giardino, quella occidentale strutturato a giardino all'italiana e quella orientale in cui prevale il modello di giardino all'inglese.
Le quinte di verde sono composte da piante di alloro, leccio e bosso.
E' presente una rara e straordinaria collezione di palme  e cycas, soprattutto nell'area centrale del giardino.
Splendida anche la collezione di specie rare di rose, provenienti anche dalla Cina , dall'India e dall'Oceano Indiano.
Merita una particolare attenzione la collezione di piante succulenti e cactacee lungo il muro di cinta.




Il Palazzo del Quirinale e la folla che invade i giardini per l'apertura del 2 Giugno


La fontana di Caserta chiamata così perché il gruppo scultoreo proviene dal parco della Reggia di Caserta



La fontana delle Tartarughe



Una delle tante palme che si trovano all'interno del giardino


Un angolo di giardino con gigantesche palme


Una delle tante statue nascoste tra le siepi


La fontana dell'Organo con i suoi giochi d'acqua, il cui nucleo più antico risale a Ippolito d'Este


La fontana di Caserta e sullo sfondo il coffee-house costruito nel diciottesimo secolo dall'architetto Ferdinando Fuga




Un arco tra le quinte verdi del giardino


Giochi d'acqua tra il verde delle piante


 Palme monumentali che si stagliano contro il cielo


Il viale centrale del giardino


Quinte verdi e superbe palme


Ancora un angolo suggestivo del giardino


La terrazza dell'eliporto, un corazziere  e sullo sfondo il palazzo del Quirinale e la città


Le foto sono state scattate in occasione dell'apertura del giardino il 2 Giugno 2015 per la festa della Repubblica

venerdì 18 novembre 2011

I Giardini vaticani


I giardini vaticani occupano i due terzi  della superficie della Città del Vaticano.
Luogo di meditazione e di riposo dei Pontefici romani fin dal 1279 quando Niccolò I riportò la residenza papale dal Laterano al Vaticano.
Il periodo di maggiore sviluppo è stato quello compreso tra il 500 e il 600, quando vi lavorarono artisti e architetti come Donato Bramante, pittori e incisori  che hanno ritratto la bellezza dei luoghi.
La cultura rinascimentale ha influenzato molto la realizzazione dei giardini, anche con la costruzione di fontane, statue e tempietti.
Oltre alle mura Leonine, alle casine e ai giochi d'acqua vi si trovano tempietti, santuari e grotte dedicate alla Madonna, come quella di Lourdes.


Si possono ammirare alberi, piante e fiori provenienti da tutto il mondo.


Dai giardini  si gode una splendida veduta sui palazzi vaticani e sul cupolone.




I giardini vaticani si possono visitare con un minibus a metano che parte dal colonnato e fa il giro del parco in circa un'ora (come da mappa riportata sotto)