martedì 4 ottobre 2011

IL CANTICO DELLE CREATURE


Oggi , 4 Ottobre, la Chiesa celebra la festa di San Francesco, patrono d'Italia, forse il Santo più amato e invocato della cristianità.
Il suo messaggio di amore e di pace non smette di affascinare gli uomini di tutti i tempi, sempre alle prese con la violenza e la sofferenza .
Francesco, giovane ricco e pieno di vita, fece suo, radicalmente, il messaggio di Cristo , lasciando la sua vita comoda e la  famiglia, spogliandosi di tutto, anche degli abiti che indossava.
Andò, misero e "nudo" per le strade del mondo a predicare l'amore e il perdono, nell'umiltà e nell'abbandono totale nelle braccia di Dio.
Come creatura privilegiata, il Signore lo contraddistinse con le Stimmate e il 3 Ottobre del 1226 lo chiamò a far parte della schiera dei suoi santi.
San Francesco, nel suo pellegrinaggio terreno, ha amato indistintamente tutte le creature dell'universo, simbolo della grandezza e dell'amore di Dio per l'uomo.
Questa tenerezza per le creature del creato si manifesta in quell'inno gioioso che è il Cantico delle creature, scritto nella lingua degli umili di quel tempo, in volgare umbro.
San Francesco l'ha scritto probabilmente tre anni prima della sua morte e questo suo inno alla bellezza del creato costituisce il primo documento in volgare della nostra lingua italiana, quindi , oltre ad essere una testimonianza di fede, è anche un testo poetico di grande importanza letteraria, la prima testimonianza scritta della  lingua italiana.
Nel Cantico San Francesco loda il Signore per il sole, la luna , le stelle,  gli animali,  le piante, il vento, le nuvole, l'acqua, il fuoco, per la nostra madre terra, per tutti quelli che sanno perdonare e anche per nostra sorella morte corporale a cui nessuno può sfuggire. Conclude incitando tutti a   servire e lodare Dio con grande umiltà per le meraviglie che ci ha donato.

Ecco il testo originale del Cantico :



Altissimu, onnipotente, bon Signore,
tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.

Ad te solo, Altissimo, se konfano
et nullu homo ène dignu te mentovare.

Laudato sie mi’ Signore, cun tucte le tue creature,
spetialmente messor lo frate sole,
lo qual è iorno et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore,
de te, Altissimo, porta significatione.

Laudato si’ mi’ Signore, per sora luna e le stelle,
in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.

Laudato si’ mi’ Signore, per frate vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale a le tue creature dai sustentamento.

Laudato si’ mi’ Signore, per sor aqua,
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.

Laudato si’ mi Signore, per frate focu,
per lo quale ennallumini la nocte,
et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

Laudato si’ mi’ Signore, per sora nostra matre terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.

Laudato si’ mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore,
et sostengo infirmitate et tribulatione.

Beati quelli ke 'l sosterrano in pace,
ka da te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale,
da la quale nullu homo vivente pò skappare.
guai a cquelli ke morrano ne le peccata mortali,
beati quelli ke trovarà ne le tue santissime voluntati,
ka la morte secunda no 'l farrà male.

Laudate et benedicete mi’ Signore' et ringratiate
et serviateli cun grande humilitate. [2] 

La straordinaria vita di Francesco e il suo messaggio di pace hanno ispirato poeti, musicisti, registi e tante sono le testimonianze di questa fertile produzione artistica.
Ne ricordo una per tutte, il film di Zeffirelli, Fratello Sole e sorella Luna, con la canzone cantata da Claudio Baglioni su musica di Riz Ortolani.