mercoledì 31 gennaio 2018

I capolavori di Monet, dal museo Marmottan di Parigi al Vittoriano di Roma




"IL MIO GIARDINO E'UN'OPERA LENTA PERSEGUITA CON AMORE.


E NON NASCONDO CHE NE VADO FIERO"
Claude Monet



Al  Vittoriano sono in mostra, prorogata fino al 3 giugno, i capolavori di Monet conservati a Parigi  nel museo Marmottan Monet.

I dipinti di Monet del museo Marmottan sono tra quelli più cari al pittore, che ha custodito gelosamente nel suo atelier di Giverny sino alla morte. Per diversi motivi non ha voluto mai separarsene e solo alla sua morte il figlio Michel li ha donati al museo che oggi porta anche il suo nome.

Il percorso espositivo ci racconta l'evoluzione artistica del grande pittore padre dell'impressionismo, dalle caricature dei suoi anni giovanili, ai ritratti dei figli, ai paesaggi rurali , fluviali e urbani di Parigi, Londra, Vétheuil, Pourville e delle sue dimore fino alla più amata, quella di Giverny, dove ha vissuto gli ultimi trent'anni della sua vita con la seconda moglie Alice, i quattro figli di lei e i due avuti dalla prima moglie Camille morta prematuramente.

Nelle sessanta opere esposte ritroviamo l'ossessione per il suo amato giardino, le  ninfee, i salici piangenti, il ponte giapponese con i glicini, i fiori multicolori e le rose, soggetti  dipinti a tutte le ore, soprattutto all'alba e al tramonto quando la luce è più rarefatta.
Amava così tanto il suo giardino che ben 250 opere tra le tante realizzate hanno come soggetto gli amati fiori ma soprattutto le ninfee.

Il giardino è come un laboratorio en plein air dove il pittore dipinge a stretto contatto con la natura.
Monet trasformò la pittura en plein air in un rituale di vita, riuscendo nelle sue tele a rendere in modo effimero ma comunque abbagliante le minime variazioni atmosferiche, la luce più calda come la nebbia più fitta .

Un grande amore per il giardinaggio, "un'attività che ho imparato nella mia giovinezza quando ero infelice"






"IL MIO GIARDINO E' L'OPERA PIU' BELLA CHE IO ABBIA CREATO"
Claude Monet






La mostra accoglie il visitatore  con una passerella multimediale, dandogli l'illusione di trovarsi immerso nel favoloso giardino acquatico, di camminare sull'acqua, di sfiorare le fronde dei salici, di poter toccare con mano i glicini e le ninfee, di potersi affacciare dal ponte giapponese.

Un emozionante benvenuto!


Uno dei ritratti dei figli del pittore



"TUTTI DISCUTONO LA MIA ARTE E AFFERMANO DI COMPRENDERLA, COME SE
FOSSE NECESSARIO COMPRENDERE, QUANDO INVECE BASTA AMARE"
Claude Monet



Le ninfee e gli agapanti del giardino acquatico 1914-17


Grande pannello monumentale raffigurante i glicini


Un altro grande dipinto raffigurante il giardino delle ninfee.
Queste grandi tele sono state realizzate nel periodo 1917-19


Quadro raffigurante il ponte giapponese, colori delicati, sfumati; tutto si confonde, acqua, ninfee, salici, ponte.... come in un sogno 1918-19


Barca a vela, effetto sera, 1885

Il cielo si confonde con il mare in un tripudio di sfumature di colori e... un'imbarcazione solitaria... un senso di solitudine e di infinito


Il Parlamento di Londra  e  il cielo si specchiano nelle acque del Tamigi


Un paesaggio innevato e un treno che arriva sbuffando alla stazione di Louvecienne


Ninfee... 


....e ancora ninfee...
...gioco di luci, di colori e di riflessi d'acqua


Una delle tre versioni di salice piangente esposte nella mostra...colori forti, pennellate decise, un nuovo modo di dipingire, di catturare le sfumature dei colori che Monet sperimenta negli ultimi anni della sua vita quando la vista ormai vacivallava.

La serie dei salici e del ponte giapponese di questo periodo sono tele molto personali realizzate dopo la morte della seconda moglie Alice Hoschedé e del figlio Jean all'età di tredici anni. 
Le opere sono del 1921-22


La stessa forza del colore e della pennellata in questa nuova visione del ponte giapponese non più eterea e sfumata, ma decisa e dai colori forti.

Le ultime opere del pittore preludono a successive ricerche artistiche, come l'astrattismo.



"Le rose" l'ultimo quadro dipinto da Monet quando era già quasi cieco. Rappresenta la fioritura del suo amato roseto che aveva piantato nel viale centrale davanti alla casa di Giverny.
Il pittore lo dipinge quasi a memoria visto che ormai non riesce più a godere della sinfonia di colori del giardino tanto amato. L'opera è del 1925 26

Monet muore nel 1926


"FORSE DEVO AI FIORI L'ESSERE DIVENTATO PITTORE"
Claude Monet


La sua tavolozza, l'immancabile pipa e gli indispensabili occhiali,
tutta la sua vita e tutta la sua arte in questi tre semplici oggetti.



mercoledì 24 gennaio 2018

Sulle orme del Caravaggio a Roma : la Madonna dei Pellegrini o di Loreto nella Basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio

La Madonna dei Pellegrini o di Loreto del Caravaggio si trova nella cappella Cavalletti della chiesa di Sant'Agostino in Campo Marzio.

La tela è databile al 1604-06 e quando il quadro fu esposto nella chiesa suscitò molte polemiche perchè secondo la iconografia tradizionale la Vergine avrebbe dovuto essere rappresentata in cielo e in trono con gli angeli che sorregono la Santa Casa. 

Caravaggio invece ha dipinto la Madonna come una donna comune che si affaccia sulla porta di casa reggendo tra le braccia un Gesù Bambino già grandicello e ascolta, con il capo reclinato e lo sguardo attento, le preghiere di due pellegrini stanchi e con i piedi sporchi per il lungo cammino.

La Vergine Maria è appoggiata con atteggiamento rilassato allo stipite della porta e incrocia una gamba sull'altra mostrando i piedi scalzi.

E' una donna del popolo che si identifica nei due pellegrini  e la casa è qualcosa di reale e stabile, così il pittore abolisce l'immaginario tradizionale della devozione popolare e  questo è ritenuto uno scandalo dai benpensanti e dai prelati.

Il popolo invece si riconobbe in questo nuovo modo di rappresentare una devozione popolare.

La cosa che fece più scalpore fu l'uso della modella facilmente riconoscibile da tutti perchè si trattava della famosa Lena, Maddalena Antognietti, nota in tutta Roma perchè era una cortigiana di alto bordo che si divideva tra cardinali e ricchi mercanti. Lena era la modella preferita di Caravaggio e aveva un rapporto molto stretto col pittore. Per di più nella tela mostra le sue forme prosperose e il Concilio di Trento aveva bandito ogni raffigurazione  lasciva dalle "sacre figure".