giovedì 26 gennaio 2012

Un paio di scarpette rosse di Joyce Lussu




Joyce Lussu,  nata nel 1912  e morta nel 1998 a 86 anni, è stata scrittrice, traduttrice e  partigiana , medaglia d'argento al valore civile.

Questa commovente poesia è dedicata alla memoria di tutti i bambini morti nei campi di sterminio nazisti.
Il bimbo  che indossava queste scarpette quasi nuove è morto a Buckenvald e le sue scarpette rosse spiccano tra tutte le altre scarpette ammucchiate, scarpette numero ventiquattro di un bimbo di tre anni e mezzo, i cui piedini resteranno piccoli per l'eternità.

Riflettiamo su quanto è accaduto...    
                                      PER  NON  DIMENTICARE!!!


C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
“Schulze Monaco”.
C’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buckenwald
erano di un bambino di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l’ eternità
perché i piedini dei bambini morti non crescono.
C’è un paio di scarpette rosse
a Buckenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.

lunedì 23 gennaio 2012

ROBERT CAPA, fotografo di guerra




Robert Capa, pseudonimo di Endre Erno Friedmann , è nato  Budapest il 22 Ottobre del 1913.
I suoi reportage rendono testimonianza di cinque diversi conflitti bellici: la guerra civile spagnola(1936-1939), la seconda guerra sino-giapponese (che seguì nel 1938), la seconda guerra mondiale(1941-1945), la guerra arabo-israeliana (1948) e la prima guerra d'Indocina (1954).

Divenne famoso per il celebre scatto del soldato dell'esercito repubblicano colpito a morte  da un proiettile sparato dai franchisti.




E' morto  durante la guerra d'Indocina , il 25 Maggio del 1954.
Capa documentò inoltre il corso della seconda guerra mondiale a Londra, nel Nordafrica e in Italia, lo sbarco in Normandia dell'esercito alleato e la liberazione di Parigi.


Lo sbarco delle truppe alleate a Omaha beach





La spiaggia di Omaha qualche giorno dopo lo sbarco alleato in Normandia



Lo scrittore statunitense John Steinbeck,  tra i più cari amici di Robert Capa, così descrive brevemente,  con tratti semplici e fluidi,  un uomo che per tecnica, sensibilità ed ingegno ha lasciato un lavoro prezioso e  di grande interesse artistico :

Sapeva cercare, e poi sapeva usare ciò che trovava. Sapeva, ad esempio, che la guerra, fatta in così larga misura di emozione, non si può fotografare; ma egli spostò l’angolo, e la fotografò. Su un volto di bambino sapeva rivelare l’orrore di tutto un popolo. Il suo apparecchio coglieva le emozioni, e le conservava. L’opera di Capa è da sola, tutta insieme, l’immagine di un grande cuore e di una irresistibile pietà. …. Capa era in grado di fotografare il moto, la gaiezza, la desolazione, Era in grado di fotografare i pensieri. Ha creato un mondo, che è il mondo di Capa”.

















martedì 17 gennaio 2012

SANT'ANTONIE di Giovanni Chiola




Nin nnè na feste granne arcunusciute
ma casche nall'unverne e ste 'mpuiate
tra tanta neve 'ntorne ch'à 'rbilate
li strade e lu paese à fatte mute.

Na campanella fa 'na tuzzilate:
è na frotte d'amiche ch'à minute
a fa na 'mpruvvisate e nu salute
vistite gnè lu Sante Antonie Abbate.

Supr'alla brascia ardente di lu foche
lu girarroste vote li sacicce
'nfizate tra li fette di guanciale.

La cumpagnie tra rise e cant'affoghe
li nnueie cotte arroste alla graticce
sculenne a copple a copple li vicale.

Lu vine gnove cale
a ccumpagnà la coppe fatta a felle
pi festeggià lu sante e lu purcelle.

Sant'Antonio abate


Sant'Antonio abate nacque in  Egitto, nella citta di Coma sulla riva sinistra del Nilo.
Di famiglia agiata, a 18 anni donò le sue ricchezze ai poveri e si ritirò a fare vita da eremita dopo aver ascoltato in Chiesa il brano del Vangelo che dice : " Se vuoi essere perfetto, va, vendi ciò che hai..."
Si ritirò prima in una zona desertica e poi sulle rive del Mar Rosso dove condusse per ottanta anni una vita  ascetica e solitaria, dedita alla preghiera e alla meditazione.


La grotta del Santo sulle rive del Mar Rosso


Il demonio scatenò contro di lui le più violente tentazioni per convincerlo a tornare nel mondo, ma Egli ne uscì sempre vittorioso.
Attratti dalla sua santità e dai miracoli che compiva molti giovani lo seguirono, sicchè il deserto si popolò di monaci bramosi di seguire i suoi insegnamenti.
E' il monaco più illustre della Chiesa antica e fondatore del monachesimo; la sua biografia ci è stata tramandata dal suo discepolo Sant'Atanasio. Morì molto vecchio, all'età di 105 anni, il 17 gennaio del 356.

Sant'Antonio viene venerato come il patrono degli animali e viene raffigurato sempre con un maialino vicino. Questa tradizione viene dal fatto che l'ordine dei frati antoniani aveva il permesso di allevare maiali  che circolavano liberamente nelle strade con una campanella al collo e il cui grasso veniva utilizzato per curare il "fuoco di Sant'Antonio".

La letteratura e la pittura si sono interessati molto della figura di questo Santo.
Gustave Flaubert ha scritto "La tentation de Saint Antoine" e pittori come Bosch, Cezanne, Velasquez, Pisanello hanno rappresentato le tentazioni del Santo.




Paul Cezanne


Uno dei tanti proverbi legati al culto del Santo : “Sant’Antogno allu desertu se magnea li maccarù, lu diavulu, pe’ despettu, glji ‘sse pià lu forchettò. … Sant’Antogno non se ‘ncagna: colle mani se li magna!!!” è una filastrocca che veniva insegnata ai bambini  per far capire loro che la necessità aguzza l'ingegno e che con l'umiltà si può fare tutto.

venerdì 6 gennaio 2012

"Pasquette - Bbufanie" di Giovanni Chiola






Giovanni Chiola nei suoi versi in dialetto loretese ha fermato il tempo, un tempo ormai per molti di noi troppo lontano o che non abbiamo nemmeno vissuto.
Rispuntano così tradizioni ormai dimenticate legate alle feste sacre e profane che, forse, tranne i più anziani, nessuno ricorda più!
Come nei versi di questa poesia che celebra la Bbufanie, l'Epifania, così chiamata nel dialetto del paese ; le ragazze gettavano nel fuoco una foglia d'ulivo un pò secca e  imploravano la Bbufanie bbenedette per trovare un marito entro l'anno; e se la fogliolina, prima di bruciarsi, saltava nell'aria, il marito arrivava, evviva!!
E i nonni, con la complicità dei genitori, riempivano la calza appesa al camino dai nipotini ... intanto invocavano il Signore perchè concedesse loro un altro anno di salute e davanti al fuoco scoppiettante si rivedevano giovani!!


'Na fronne mezza verde dilla live
li giuvanette nallu foche iette
"'Nana st'anne, Bbufanie bbenedette,
pozze sperà che nu marite arrive?"

Si prime d'abbruciarse la fuiette
zumpe pe l'arie, lu marite, evvive
preste i à da minì o gli à da scrive.
Ccuante allu foche sutt'alli cazette,

ch'alla Befana à 'ppese li nipute,
li sciure acconce 'nchi li padre e mamme
li pazziarelle  e penz'alla salute.

"Pe Pasque e Bbufanie n'atr'anne damme!"
E lu foche schiupienne, a darie aiute
ggiuvane li fa 'rvede nfacci'alli fiamme!

dalla raccolta "Li feste arcunusciute"- Edizioni " Attraverso l'Abruzzo" Pescara 1965

Epifania del Signore


L'adorazione dei magi di Sandro Botticelli - Galleria degli Uffizi - Firenze


"Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re  Erode, ecco, alcuni Magi vennero da Oriente a Gerusalemme e dicevano . "Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti per adorarlo" (dal Vangelo secondo Matteo)

Si celebra oggi l'Epifania del Signore , la sua manifestazione a tutte le genti.
A Natale la luce di Cristo si è manifestata solo a Maria, a Giuseppe e a pochi umili pastori accorsi ad adorarlo dopo il coro degli angeli che annunciava la sua nascita.
Con l'Epifania la luce di Cristo si manifesta a tutti gli uomini e alcuni Magi affrontano un lungo viaggio perchè hanno visto sorgere la sua stella e sono venuti da lontani paesi per adorarlo.
Questi studiosi di astronomia hanno creduto umilmente all'adempimento di quanto le Sacre Scritture avevano profetizzato attraverso i secoli, la nascita di un re d'Israele, come scrive il profeta Isaia :"Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Madian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore".
Secondo la tradizione i Magi erano tre, uno vecchio, un altro anziano e l'ultimo giovane e baldanzoso, a significare che tutti noi siamo chiamati, a qualsiasi età, a metterci "in cammino", con coraggio e fiducia per trovare il Bambino di Betlemme , per metterci in ginocchio e offrirgli questi nostri poveri doni, sotto lo sguardo materno di Maria che guardava tutti questi avvenimenti in silenzio, meditandoli nel suo cuore. 


"Entrati nella casa, videro il Bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese"(dal Vangelo secondo Matteo)


L'adorazione dei Magi del Beato Angelico - Museo diocesano di Cortona

BUONA  EPIFANIA