sabato 28 dicembre 2013

BRASSAI, il fotografo innamorato di Parigi






Gyulus Halasz  nacque nel 1899 a Brasso, in Transilvania, allora città austro-ungarica passata più tardi alla Romania (dal nome della sua città d'origine ha preso il nome di Brassai quando ha iniziato la sua carriera di fotografo nel 1929).
A soli quattro anni seguì il padre, professore di letteratura, a Parigi e nella sua mente di bambino la città rimase impressa per sempre, tanto ne rimase affascinato.
Il ricordo di questo periodo parigino lo porterà infatti nel 1924, alla fine dei suoi studi a Berlino e dopo aver partecipato alla prima guerra mondiale, a stabilirsi nella capitale francese.
Imparò il francese leggendo le opere di Marcel Proust.
Sono gli anni folli a Montparnasse quando conobbe grandi artisti e scrittori come Desnos, Herry Miller, Lafargue  e Prévert che lo integrarono nell'ambiente intellettuale e artistico parigino.
Proprio in questo periodo Brassai s'innamorò delle atmosfere notturne parigine durante le scorribande con i suoi amici artisti, alla scoperta della città nei suoi aspetti insoliti, sconosciuti e disprezzati e, a volte, anche un po' pericolosi.




Insieme a Henry Miller, Blaise Cendras , Prévert, scoprì il mondo delle prostitute, dei lavoratori notturni alle Halles, fissò con il suo obiettivo immagini fuggitive, luci fioche, nebbie sulla Senna, la vita nascosta del popolo della notte.
Da bighellone impenitente descrisse la città secondo un suo punto di vista personale, utilizzando la luce che la città gli offriva nei vari momenti della giornata, ma soprattutto della notte; ed ecco Parigi vista dalle torri di Notre Dame, i riflessi delle luci sull'acqua della Senna, i ponti , le belle di notte, le scalinate di Montmartre immerse nella nebbia, le strade vuote e silenziose nella notte, i frequentatori dei locali notturni . 




Nel 1932 pubblicò la sua prima raccolta intitolata "Paris de nuit" che ebbe un grande successo e lo farà soprannominare da Henry Miller "l'oeil de Paris" ,l'occhio di Parigi.
 Picasso rimase impressionato dal suo lavoro e commissionò a Brassai di fotografare le sue opere di scultura fin allora sconosciute che doveva pubblicare sulla rivista Le Minotaure .
I due artisti scoprirono di avere gli stessi gusti, la passione per la bellezza femminile, per le Folies Bergères, per le feste paesane,  per le cartomanti e  il circo.
Brassai s'interessò anche all'alta società , agli intellettuali, alla danza e all'opera; fotografò molti suoi contemporanei come Salvador Dalì, Picasso, Matisse, Alberto Giacometti, Jean Genet, Henri Michaux.



S'interessò anche al modo della moda, in particolare per la maison Christian Dior.
Anche se tanto appassionato della Parigi notturna, Brassai non fu insensibile alla città vista alla luce del giorno.
Amò fotografare i giardini del Luxembourg, le sedie abbandonate, le statue sotto la neve, i piccoli artigiani, il gelataio, la venditrice di palloncini, il fotografo ambulante, il giardiniere che puliva i viali, le rive della Senna e gli innamorati, i pescatori, i senzatetto, gli animali.
Amò frequentare tutti i quartieri, cogliendone lo spirito particolare, le atmosfere, la vita dei suoi abitanti... la folla elegante di rue de Rivoli, gli sfaccendati dei Grands Boulevards, i carbonai lungo la Senna... ma fotografò anche i grandi monumenti prestigiosi, la Tour Eiffel, l'Arc de Triomphe, e soprattutto Notre Dame con le sue "gargouilles".
Nella sua opera, da qualsiasi punto di vista la si osservi, si ritrova sempre e soltanto Parigi.






Quando nel 1940 la Francia fu occupata dai nazisti, Brassai si trasferì inizialmente nel Sud della Francia poi, tornato a Parigi, dopo aver recuperato il materiale che aveva nascosto, si diede ad altre forme di espressione a causa del divieto di scattare foto in pubblico.
Solo dopo la Liberazione, nel 1945, tornò alla fotografia.

Infatti Brassai non è stato solo un fotografo ma anche giornalista, poeta, scultore, disegnatore, scrittore, regista cinematografico. Come scrittore ha scritto diciassette libri e numerosi articoli; "L'histoire de Marie" è stato pubblicato con l'introduzione di Henry Miller.
Il più tradotto dei suoi libri fu "Conversazioni con Picasso" del 1964.
Come regista nel 1956 fu premiato a Cannes per il film "Tant qu'il y aura des betes" e fu, ovviamente,  menzionato anche per la fotografia.



 


" Sono stato ispirato a diventare fotografo, dal mio desiderio di tradurre tutte le cose che mi incantarono, nella Parigi notturna che stavo scoprendo"









Considerato uno dei più grandi fotografi del 900, ha ottenuto il suo primo riconoscimento a Parigi nel 1974 e dopo quattro anni  ha vinto il Grand prix National de la Photographie.
E' morto nel 1984 ed è stato seppellito nel cimitero di Montparnasse dove aveva scattato la sua prima fotografia.





"Per me la fotografia deve suggerire, non insistere o spiegare"



Attualmente Parigi dedica al fotografo che ha saputo cogliere tutta la sua bellezza , sia notturna che diurna, una mostra : "Brassai, pour l'amour de Paris" che ci parla della storia eccezionale di una passione che unì per cinquanta anni Brassai alla Ville Lumière.




"Tutto quello che volevo esprimere era la realtà, perché nulla è più surreale"






sabato 9 novembre 2013

11 Novembre - Remembrance day ( Poppy day)








L'11 Novembre è la giornata del Remembrance day o Armistice day , una commemorazione osservata nei paesi del Commonwealt, ma anche in diversi paesi europei, che ricorda la fine della prima guerra mondiale sul Fronte occidentale.
Questa giornata è dedicata ai caduti, non solo della Grande Guerra, ma anche della seconda guerra mondiale.
La festa venne istituita da re Giorgio V il 7 Novembre del 1919.
Il Remembrance day prevede  due minuti di silenzio all'undicesima ora dell'undicesimo giorno dell'undicesimo mese.
I due minuti ricordano le due guerre mondiali.
Il Regno Unito, pur commemorando l'11 novembre, celebra il Remembrance Sunday, la seconda domenica di novembre, con cerimonie in tutti i posti più significativi del Regno, in particolare a White Hall dove partecipa anche la Regina con il primo Ministro e rappresentanti militari.
I veterani depongono corone di papaveri al Cenotafio.
Esiste una forte relazione tra i papaveri e il Remembrance day, relazione che deriva dalla poesia Flander's fields - Nei campi delle Fiandre scritta dall'ufficiale medico canadese John McCrae.
Questi fiori, divenuti emblema della festa, ricoprivano i campi di battaglia delle Fiandre durante la grande guerra.
Il loro colore rosso simboleggia lo spargimento di sangue dei combattimenti nelle trincee.
Fu una signora francese, Madame F. Guérin, a introdurre l'uso dei papaveri artificiali che vengono donati gratis a tutti i partecipanti alle manifestazioni.
La giornata viene anche chiamata Poppy Day - La giornata del papavero
,




SUI CAMPI DELLE FIANDRE

Sui campi delle Fiandre spuntano i papaveri
tra le croci, fila dopo fila,
che ci segnano il posto; e nel cielo
le allodole, cantando ancora con coraggio,
volano appena udite tra i cannoni, sotto.

Noi siamo i Morti. Pochi giorni fa
eravamo vivi, sentivamo l'alba, vedevamo
risplendere il tramonto, amanti e amati.
Ma adesso giacciamo sui campi delle Fiandre.

Riprendete voi la lotta col nemico:
a voi passiamo la torcia, con le nostre
mani cadenti, e siano le vostre a tenerla alta.
e se non ci ricorderete, noi che moriamo,
non dormiremo anche se i papaveri
cresceranno sui campi di Fiandra.





Le foto sono state scattate a La Valletta - Malta il  giorno 9 Novembre 2009, seconda domenica del mese, il Remembrance Sunday






mercoledì 30 ottobre 2013

Parigi ieri e oggi



Parigi vista dalla collina di Montmartre (foto personale)


Parigi è una città in continua evoluzione, una città che si rinnova  e si abbellisce  attirando sempre più turisti che vengono per ammirare i suoi monumenti, i suoi musei, i suoi quartieri ricchi di storia e di cultura che hanno visto la presenza di tanti artisti e scrittori e la nascita di correnti letterarie, filosofiche e pittoriche.
La Ville Lumière non delude mai e offre sempre qualcosa di nuovo ogni anno, anche ai suoi più assidui frequentatori.
La piccola Lutèce , villaggio di pescatori, sorta sugli acquitrini dell'Ile de la Cité, si è ingrandita a poco a poco. Ogni epoca, ogni re  o imperatore e da ultimo ogni Presidente della Repubblica ha lasciato un segno del proprio potere facendo a gara ad arricchire la città di monumenti, edifici, musei, quartieri nuovi che affascinano il visitatore che non può non sentirsi partecipe delle sue atmosfere così coinvolgenti.
Certamente le trasformazioni più significative ci sono state sotto il Secondo Impero quando il barone Haussman cambiò il volto della città modificando interi quartieri, costruendo viali maestosi e prospettive che meravigliano per la loro grandiosità.
Il suo intervento fu molto importante perché rese Parigi una città più moderna  e adatta a svolgere il suo ruolo di città faro della cultura e dell'arte, ma la privò anche del suo aspetto medievale, delle sue torri, delle sue stradine, dei campanili delle sue chiese gotiche.




La più vecchia cartina di Parigi con Lutéce, la città costruita sulle acque della Senna e abitata dalla tribù celtica dei Parisii che le hanno dato il nome

  




Ecco come appariva Parigi sotto il regno di Charles VI (1368- 1422), con le sue chiese, le sue mura e i mulini a vento sulla collina di Montmartre


Si potrebbero fare centinaia di esempi per mostrare i cambiamenti che ha subito la città nel corso dei secoli, se ne mostrano solo alcuni, ma molto significativi.


Il primo riguarda la collina del Trocadéro, al di là della Senna, proprio di fronte alla Tour Eiffel.
Lì, fino al 1937, sorgeva il palazzo detto appunto Trocadéro (dalla battaglia del Trocadero combattuta tra  francesi e spagnoli  nel 1823), costruito in occasione dell'Esposizione universale del 1889 , anno di costruzione anche della Tour Eiffel. 
Per l'Esposizione universale del 1937 il palazzo fu demolito e al suo posto sorse il Palais de Chaillot, sede di molti importanti musei  





 Il Trocadéro e la Tour Eiffel


  



Ecco come appare oggi , vista dalla Tour Eiffel, la collina che ancora oggi viene chiamata del Trocadéro.
In lontananza i grattacieli della Parigi moderna


Secondo esempio : il quartiere moderno della Défense e le sue trasformazioni dal 1950 ad oggi




 Il Quartiere della Défense nel 1950



Alcuni anni dopo

  



Il quartiere oggi, visto dall'alto della Grande Arche de la Défense






                             La Grande Arche costruita nel 1989 per celebrare i 200 anni dalla Rivoluzione del 1789



 Altro esempio la collina di Montmartre .
Nella foto in basso così appariva alla fine dell'800 con i mulini a vento e i pittori intenti a dipingere





 

Così appare oggi la Butte de Montmartre con la Basilique du Sacré Coeur
costruita dopo il 1970




Le trasformazioni di questa città sono state e sono ancora infinite, sarebbe difficile elencarle tutte, ma il fascino di Parigi è rimasto  immutato nei secoli, polo d'attrazione di intellettuali e artisti che hanno lasciato la loro impronta indelebile in una città che riesce sempre a stupire con le sue meraviglie.

Le foto sono state  reperite sul web

venerdì 4 ottobre 2013

I Fioretti di San Francesco




Oggi 4 Ottobre, si celebra la festa di San Francesco d'Assisi, il Santo che più di chiunque altro incarna il messaggio evangelico. 
Innamorato di Cristo, visse la sua vita nella semplicità e nella povertà, amando Dio e tutte le sue creature.
L'imitazione di Cristo fu impressa nella sua carne con le stimmate.
Si fece interprete  dell'armonia del creato nel Cantico delle creature, uno dei primi documenti scritti del volgare.
I Fioretti sono un florilegio sulla vita del Santo attribuito a frate Giovanni dei Marignoli.
Raccontano episodi della sua vita (l'incontro con il lupo a Gubbio, il suo digiuno di quaranta giorni, l'incontro con il sultano di Babilonia, la conversione della meretrice ecc.) e di quella dei suoi discepoli come frate Leone, Masseo, Bernardo, Antonio e Chiara.

  
     
       
San Francesco d'Assisi e le tortore
Uno iovane aveva preso un dì molte tortore, quali portando a vendere, si scontrò in San Francesco, il quale aveva sempre alli animali singulare pietà, massime alli animali mansueti. Però riguardando quelli uccelli con gli occhi pietosi et mansueti, disse: "O iovane da bene, priegoti darmi queste tortore, chè uccelli sì... innocenti - che sono assimilate ad l'anime caste, humili et fideli - non vengano ad mano di crudeli, et siano malamente uccise.
Subito il iovane, ispirato da Dio, liel diede. Ricevute che l'ebbe in grembo, cominciò dolcemente a parlare con loro: "O sorelle mie tortore semplici innocenti et caste, perchè voi vi lasciate così pigliare? Or ecco, scampare vi voglio dalla morte, et farvi nidi, acciò che facciate frutto, come comandato da Dio. Crescete, moltiplicate, ringraziate il vostro Creatore, et riempite la terra.

Onde a tutte fece nido, et, usandovi,cominciarono a far de l'uova, poi de' figliuoli innanzi a' frati. Et così dimesticamente usavano et stavano con san Francesco et con li altri frati, come se fossino state galline, sempre notricate da loro, nè mai si partivano fino che san Francesco con sua benedizione die' loro licenzia che si partissino.

Al iovane che liel diede, disse: "Figliuolo, tu sarai ancora frate di questo ordine, et graziosamente servirai a Iesu Cristo". Così fu, perchè il detto iovane si fece poi frate, et gran tempo santamente ne l'ordine visse. A laude di Iesu Cristo".

Fioretti
di San Francesco
 




sabato 22 giugno 2013

ESTATE tra pittura e poesia



Van Gogh - Campo di grano al tramonto
L'estate è appena arrivata...cieli azzurri, canti di cicale, mare, sole, libertà, giornate lunghe e pigre...celebriamo la bella stagione tanto attesa con tre grandi della poesia mondiale, Neruda, Saba e Rimbaud e con  Vincent Van Gogh, il pittore che forse più di altri ha saputo riprodurre sulla tela i colori, l'atmosfera, la calura della bella stagione...campi di grano, voli di corvi, girasoli, paesaggi aridi, cieli sereni o minacciosi per un temporale incombente...
BUONA ESTATE A TUTTI!

Sensazione di Arthur Rimbaud

Nelle sere azzurre d'estate andrò per i sentieri,
pizzicato dal grano, a calpestare l'erba tenera:
come in sogno ne sentirò il fresco nei piedi.
Lascerò che il vento bagni la mia testa nuda.
Non dirò nulla, non penserò a niente:
ma l'amore che non ha fine mi riempirà l'anima,
e andrò lontano, molto lontano, come un vagabondo
attraverso la Natura, felice come quando si sta con una donna.
Van Gogh - Campo di grano con voli di corvi
Estate di Pablo Neruda
Ardono i seminati,
scricchiola il grano,
insetti azzurri cercano ombra,
toccano il fresco.
E a sera
salgono mille stelle fresche
verso il cielo cupo.
Son lucciole vagabonde.
crepita senza bruciare
la notte dell’estate.
Van Gogh - Orti a Orleans
Meriggio d'estate di Umberto Saba


Silenzio! Hanno chiuso le verdi
persiane delle case.
Non vogliono essere invase.
Troppe le fiamme
della tua gloria,o sole!
Bisbigliano appena
gli uccelli,poi tacciono,vinti
dal sonno. Sembrano estinti
gli uomini,tanto è ora pace
e silenzio… Quand’ecco da tutti
gli alberi un suono s’accorda,
un sibilo lungo che assorda,
che solo è così:le cicale.

Van Gogh - Campo di grano con cipressi



Van Gogh - Vaso di girasoli

giovedì 20 giugno 2013

Le fascinose donne di Giovanni Boldini











Belle, eleganti, piene di fascino, misteriose ...le donne dipinte da Giovanni Boldini, il pittore che frequentava l'alta società e che dipinse il celebre ritratto di Giuseppe Verdi. 



 Boldini è nato a Ferrara nel 1842.
Il padre lo inizia da piccolo alla pittura e frequenta numerosi corsi che gli permettono di conoscere tutti i grandi pittori del quattrocento come Dosso Dossi e il Perugino.
 Nel 1862 comincia a frequentare l'Accademia di belle arti di Firenze e frequenta i salotti eleganti dell'aristocrazia e dell'alta borghesia.
Viaggia molto e nel 1870 si stabilisce a Londra.
A Parigi visita l' Esposizione Universale e conosce Degas, Monet e Sisley.
Nel 1871 si stabilisce a Parigi.
Affermato e richiesto nel bel mondo, viaggia molto, partecipa a molte esposizioni, conosce molte donne.
Nel 1914 si trasferisce a Nizza e riceve la Legione d'onore.
Già molto malato ha la sua ultima avventura amorosa e sposa nel 1929 una giovane giornalista.
Muore a Parigi l'11 gennaio del 1931.
La sua salma è tumulata nel cimitero della Certosa di Ferrara.