mercoledì 29 febbraio 2012

LE CHAT de Charles Baudelaire



Charles Baudelaire, né à Paris en 1821, fut un enfant solitaire et révolté, qui souffrit beaucoup du second mariage de sa mère, et un écrivain bohémien qui gagna peniblement sa vie au jour le jour.   
Il fut toute sa vie un malheureux; il souffrit de sa solitude morale, de ses déceptions, de ses tares phisiques et toutes ses misères expliquent la profondeur de son spleen, son mal de vivre, son angoisse profonde, le mal du siècle.
Pour échapper à son spleen Baudelaire a exalté l'ivresse sous toutes ses formes, tabac, vin , opium qui arrachent l'homme à l'amère meditation de son destin.
Il s'abandonne à toutes les sensations...couleurs, musique, caresser un chat, respirer un parfum...
Tous ses poèmes sont recueillis dans "Les fleurs du mal" publié en 1857.
Le poème "Le chat" fait partie de cette recolte; il compare l'amour pour une femme à celui pour un chat.
Selon le poète les yeux des chats et ceux des femmes se ressemblent: ils sont profonds,  froids mais, en tout cas, enchanteurs.

Voici le poème:
Le Chat


Viens, mon beau chat, sur mon coeur amoureux;
Retiens les griffes de ta patte,
Et laisse-moi plonger dans tes beaux yeux,
Mêlés de métal et d'agate.


Lorsque mes doigts caressent à loisir
Ta tête et ton dos élastique,
Et que ma main s'enivre du plaisir
De palper ton corps électrique,



je vois ma femme en esprit. Son regard,
Comme le tien, aimable bête,
Profond et froid, coupe et fend comme un dard,



Et, des pieds jusques à la tête,
Un air subtil, un dangereux parfum,
Nagent autour de son corps brun.

Traduzione della poesia :


Vieni bel gatto, vieni sul mio cuore amoroso;
trattieni i tuoi artigli
ch’io mi sprofondi dentro i tuoi begli occhi d’agata e metallo.
Quando a bell’agio le mie dita a lungo
ti carezzan la testa e il dorso elastico,
e gode la mia mano ebbra al toccare il tuo corpo elettrico,
vedo in spirito la mia donna:
profondo e freddo come il tuo, il suo sguardo, bestia amabile,
penetra tagliente come fosse una freccia,
e dai piedi alla testa
una sottile aria, rischioso effluvio,
tutt’intorno gira al suo corpo bruno.





lunedì 20 febbraio 2012

Quelle come me ...di Alda Merini






 Quelle come me regalano sogni,
anche a costo di rimanerne prive…
Quelle come me donano l’Anima,
perché un’anima da sola è come
una goccia d’acqua nel deserto…
Quelle come me tendono la mano
ed aiutano a rialzarsi, pur correndo il rischio
di cadere a loro volta…
Quelle come me guardano avanti,
anche se il cuore rimane sempre qualche passo indietro…
Quelle come me cercano un senso all’esistere e,
quando lo trovano, tentano d’insegnarlo
a chi sta solo sopravvivendo…
Quelle come me quando amano, amano per sempre…
e quando smettono d’amare è solo perché
piccoli frammenti di essere giacciono
inermi nelle mani della vita…
Quelle come me inseguono un sogno…
quello di essere amate per ciò che sono
e non per ciò che si vorrebbe fossero…
Quelle come me girano il mondo
alla ricerca di quei valori che, ormai,
sono caduti nel dimenticatoio dell’anima…
Quelle come me vorrebbero cambiare,
ma il farlo comporterebbe nascere di nuovo…
Quelle come me urlano in silenzio,
perché la loro voce non si confonda con le lacrime…
Quelle come me sono quelle cui tu riesci
sempre a spezzare il cuore,
perché sai che ti lasceranno andare,
senza chiederti nulla…
Quelle come me amano troppo, pur sapendo che,
in cambio, non riceveranno altro che briciole…
Quelle come me si cibano di quel poco e su di esso,
purtroppo, fondano la loro esistenza…
Quelle come me passano innosservate,
ma sono le uniche che ti ameranno davvero…
Quelle come me sono quelle che,
nell’autunno della tua vita,
rimpiangerai per tutto ciò che avrebbero potuto darti
e che tu non hai voluto… 

venerdì 10 febbraio 2012

CADE LA NEVE di Ada Negri


 

Sui campi e sulle strade
silenziosa e lieve
volteggiando, la neve
cade.

Danza la falda bianca
nell'ampio ciel scherzosa,
poi sul terren si posa,
stanca.

In mille immote forme
sui tetti e sui camini
sui cippi e sui giardini,
dorme.

Tutto d'intorno è pace,
chiuso in un oblìo profondo,
indifferente il mondo
tace.








venerdì 3 febbraio 2012

L'inverno nei quadri di Vincent Van Gogh

Minatori nella neve

Vincent Van Gogh è sicuramente più conosciuto per i suoi quadri che rappresentano paesaggi del sud della Francia, posti ridenti, pieni di sole, fiori, campi di grano, corvi, alberi che svettano verso il cielo, cieli stellati...aspetti della natura che sicuramente deliziano gli occhi di chi osserva questi capolavori assoluti dell'arte mondiale.
Van Gogh però ha dipinto anche gli aspetti più dolorosi della vita dell'uomo, le sue sofferenze, le sue fatiche giornaliere; ha rappresentato visi di donne e di uomini invecchiati precocemente per la fatica di tutti i giorni, mani callose, scarpe rotte e zoccoli duri usati nei campi, ha osservato la vita dei contadini, dei minatori, delle persone più umili, la vita difficile di chi ogni giorno si guadagna faticosamente da vivere.
L'inverno è sicuramente la stagione più dura ; a causa del freddo, della neve, della pioggia e del gelo, la fatica dell'uomo si fa ancora più pesante e questi quadri quì riportati denunciano proprio tutta la durezza della vita delle persone meno fortunate.
I colori stessi che il pittore utilizza, i tratti del suo pennello rendono perfettamente l'atmosfera grigia e cupa dell'inverno, la fatica di uomini e donne costretti a guadagnarsi da vivere in condizioni molto dure, nel gelo del nord che indurisce la terra e il cuore degli uomini.

Giardino di Nueunen sotto la neve

Campagna innevata


Cortile innevato

 vVecchia torre del cimitero di Nueunen


Donne di minatori che trasportano sacchi