giovedì 28 luglio 2011

Jacques Prévert, il poeta dell'amore



Jacques Prévert è nato a Neuilly sur Seine nel 1900, da genitori bretoni e in Bretagna trascorre parecchi anni della sua vita. Giovanissimo entra a far parte del gruppo dei surrealisti e conosce poeti come André Breton e Raymond Queneau..
S'interessa di cinema , di teatro e di musica. Molte sue poesie , musicate da Joseph Kosma, saranno cantate da Yves Montand e Juliette Greco.
Lavora anche a Hollywood e per Marcel Carné scrive la sceneggiatura di "Porto delle nebbie" con Jean Gabin.
Negli anni quaranta continua a lavorare per il cinema e il teatro, collaborando anche con Picasso per la realizzazione di un balletto.
Nel 1945 pubblica la famosa raccolta di poesie "Paroles". Negli anni cinquanta pubblica altre raccolte tra le quali "La pluie et le beau temps".
In quegli anni comincia a dedicarsi ad un'altra attività, quella dei collages e scrive due saggi, su Mirò e Klee.
Negli anni successivi pubblica "Histoires et d'autres histoires", "Choses et autres"  e "Arbres".
Muore a Parigi nel 1977, stroncato da un tumore ai polmoni.
Tutti conosciamo questo poeta...chi non ha mai letto una delle sue poesie d'amore o non ha mai sentito, cantata da Yves Montand, la celebre "Les feuilles mortes"?
"C'est une chanson qui nous ressemble
toi tu m'aimais et je t'aimais
nous vivions tous les deux ensemble..."
Tutti abbiamo canticchiato i versi malinconici di questa canzone dolcissima e ci siamo estasiate (parlo delle donne naturalmente) guardando il ciuffo ribelle di Montand, vestito di nero, come si conveniva a un vero esistenzialista, la sigaretta tra le labbra, che canta con aria sognante e con tono struggente i  celebri versi .




Quei versi e quella musica ci trasportano ancora oggi nell'atmosfera grigia e autunnale di una Parigi, sempre e comunque, affascinante e piena di sorprese, la Parigi del dopoguerra, delle boites di Saint Germain des près, dove i giovani cercavano di ricominciare a vivere e a sperare dopo gli orrori della guerra.

Ecco i versi di "Les feuille mortes"

Oh! je voudrais tant que tu te souviennes
Des jours heureux où nous étions amis.
En ce temps là la vie était plus belle,
Et le soleil plus brillant qu'aujoud'hui.
Les feuille mortes se ramassent à la pelle
Tu vois, je n'ai pas oublié...
Les feuilles mortes se ramassent à la pelle,
Les souvenirs et les regrets aussi
Et le vent du nord les emporte 
Dans la nuit froide de l'oubli.
Tu vois, je n'ai pas oublié
La chanson que tu me chantais.

C'est une chanson qui nous ressemble,
Toi tu m'aimais et je t'aimais
Et nous vivions tous les deux ensemble,
Toi qui m'aimais, moi qui m'aimais.
Mais la vie sépare ceux qui s'aiment,
Tout doucement, sans faire de bruit
Et la mer efface sur le sable
Les pas des amants désunis.

Traduzione:

Oh! vorrei tanto che tu ti ricordassi
dei giorni felici in cui eravamo amici.
In quel tempo la vita era più bella
e il sole brillava più di oggi.
Le foglie morte si raccolgono con la pala,
vedi, non ho dimenticato...
Le foglie morte si raccolgono con la pala
come i ricordi e i rimpianti.
E il vento del nord se li porta via
nella notte fredda dell'oblio.
Vedi, io non ho dimenticato
la canzone che tu mi cantavi.

E' una canzone che ci somiglia,
tu, tu mi amavi e io ti amavo
e noi vivevamo insieme
tu che mi amavi, io che  ti amavo.
Ma la vita separa quelli che si amano,
dolcemente, senza fare rumore
e il mare cancella sulla sabbia
i passi degli amanti separati.

Ma non possiamo dimenticare tutte le altre poesie-canzoni (le sue poesie non si allontanano infatti dallo schema tradizionale della chanson tipicamente francese) come Les enfants qui s'aiment, Barbara, Déjeuner du matin, Le cancre, Trois allumettes, Cet amour...e l'elenco sarebbe troppo lungo a volerle citare tutte, tutte ugualmente belle e indimenticabili.
I personaggi delle sue poesie sono quelli che lui incontra sul lungosenna nelle sue passeggiate, alle Tuileries, nei bistrots, nelle squallide pensioni di Clichy, là dove l'amore e la miseria sono di casa; sono le persone con i problemi della vita di tutti i giorni,  un figlio da piangere, un amore da ritrovare, ricordi, speranze...la vita in tutte le sue sfaccettature.
Nelle poesie di Prevert c'è sempre un pò di humour, come pure una vena  polemica perchè ama anche denunciare le ingiustizie e un pò di anarchia quando alza la voce contro chi comanda, contro chi fa le guerre, contro chi giudica.
La sua raccolta di poesie più famosa è sicuramente Paroles ; tutti rimasero favorevolmente colpiti, anche quelli che pensavano fosse soltanto uno sceneggiatore, buono soltanto a scrivere versi per canzonette in voga.
Il rapporto di Prevert con la sua città, Parigi, è stato sicuramente molto forte e un celebre fotografo, di cui mi sono già occupata, Robert Doisneau, lo ha immortalato in giro per la città con il suo cane, seduto a un tavolinetto delle Tuileries, in una cabina telefonica, sempre con al sua immancabile sigaretta...quando l'arte della poesia e quella della fotografia s'incontrano e lasciano tracce indelebili.



martedì 26 luglio 2011

GIOVANNI CHIOLA - SANT'ANNE




Oggi, 26 luglio , è la festa dei Santi Giopacchino e Anna, i genitori della Vergine Maria , la madre di Gesù.
Dei genitori di Maria non c'è alcuna traccia nei Vangeli e l'unica fonte, cui fa riferimento la tradizione cristiana è costituita dal Vangelo apocrifo Protovangelo di Giacomo. Qui si narra che Gioacchino è un pastore e abita a Gerusalemme; è un anziano sacerdote sposato con Anna e non hanno figli. Secondo la mentalità di allora non avere figli significava non godere della benevolenza di Dio. Un giorno, mentre è al lavoro nei campi un angelo gli annuncia la nascita di un figlio e anche Anna ha la stessa visione. Chiamano la loro bambina Maria e a tre anni la portano al tempio per consacrarla al Signore e per educarla secondo la legge di Mosè.
Sant'Anna è considerata la patrona delle partorienti e, soprattutto nei tempi passati,  nelle famiglie veniva invocata la sua protezione
Oggi forse questo non avviene più e ci si affida solo alla perizia dei medici per il buon esito del parto.
Giovanni Chiola, poeta dialettale loretese, nel volume "Li feste arcunusciute" pubblicato nel 1965, fa un excursus di tutte le feste tradizionali di Loreto e delle tradizioni ad esse legate, da San Zopito a Sant'Antonio, all'Assunta e naturalmente non dimentica la festa di Sant'Anna.

Ecco il testo della poesia :  SANT'ANNE

Quande nn'aveie ancore nate Criste
Sant'Anne nallu tempie pregheie Ddie
di 'n farle avvicchì 'n tutte senza fiie
tant'ère disperate da nn'arsiste.

Lu Padraterne che l'aveie già viste
arpiene de virtù e galantarie
la disignose mamme di Mariie
e d'esse sante chogne spose assiste.

Nzi fa la feste a luglie pi nu giorne
ma dapprincipie allu scadè dell'anne
s'acclame pi spianà su Monte Corne

di fa nu fiie da fiurì la scianne.
Allu quadre trimenne si sta 'torne
preghenne  tra li cere, tra l'osanne

e li suspire! Quanne
lu strille nasce forte senza 'nganne
s'armore li cannele e ...addie Sant'Anne!

La poesia, come si può notare, è  spiritosa e con molta verve  ci fa rivivere un pò quegli anni  lontani quando la fede veniva vissuta in modo semplice, profondo ma anche un pò strumentale...appena si sente il vagito del neonato "s'armore li cannele e...addie Sant'Anne".
Nel volume possiamo trovare anche poesie dedicate ai giochi popolari di una volta come la cuccagna, la corsa con i sacchi ; quelle dedicate alle feste di famiglia , " La feste di li fiie", "Li feste di li ggenitore", "La feste di spiranze", "La feste tra la moie e lu marite", "La feste di l'amiche" e  alle feste politiche per le elezioni e altri eventi pubblici.
Sfogliare le pagine di questo volume di poesie è stato un pò ripercorrere le tappe della nostra storia locale, con le sue tradizioni, la sua religiosità, i suoi riti ormai quasi del tutto scomparsi...è stata una "recherche du temps perdu" di cui solo i più anziani ricordano le emozioni e quel desiderio appagato di divertirsi con semplicità e in armonia con gli altri, superando in queste ricorrenze anche i diverbi più forti.
Come nella poesia "La feste di la squille"  che parla proprio dei diverbi familiari; alla vigilia di Natale, quando si sente lo squillo della campana "ch'è la voce di Ddie",  "nalli famiie 'rgunite tra li fratielle 'n lite è lu signale di pace".
La cittadinanza di Loreto dovrebbe rivalutare questo illustre cittadino di cui i più giovani, e non solo, non conoscono nulla, sanno solo che c'è un Castello Chiola che domina il centro storico e...nient'altro.


domenica 24 luglio 2011

Le passe-muraille di Marcel Aymé

A Parigi, nel quartiere di Montmartre, c'è una piazza dedicata a Marcel Aymé (1902- 1962), scrittore di letteratura umoristica e per ragazzi. Le sue opere hanno ispirato numerosi film, programmi televisivi, fumetti e cartoni animati. Lo scrittore è sepolto nel cimitero di Saint Vincent del quartiere di Montmartre e una scultura incastonata nel muro della piazza  lo rappresenta  mentre attraversa...un muro...le passe-muraille, appunto.
"Le passe-muraille" è un racconto che fa parte di una raccolta di 10 novelle, di cui alcune ambientate nel quartiere di Montmartre, il cui filo conduttore è una commistione tra l'elemento fantastico, il realismo eclatante e l'elemento morale.
Il protagonista è Dutilleul, un uomo ordinario con barbetta e occhiali, dipendente ministeriale senza infamia e senza lode, che passerebbe inosservato se non avesse lo straordinario dono di attraversare indenne i muri.
Dopo aver a lungo ignorato questo potere facendosi prescrivere un antidoto da un illustre professore, decide di sfruttarne le potenzialità il giorno in cui il suo direttore lo umilia relegandolo in uno sgabuzzino. Allora decide di apparire all'improvviso sulla parete del malcapitato direttore lasciandolo interdetto.
Le apparizioni si ripeteranno con sberleffi, risatine isteriche, urla ,al punto che lo sventurato deve essere ricoverato in sanatorio.
La folla lo chiama Garou Garou e Dutilleul diventa una vera celebrità a Parigi, il più abile ladro di preziosi.
Tutti lo stimano e lui assapora finalmente la notarietà vanamente inseguita per anni.
La sua vita continua tra avventure e furti, colto in fragrante riesce ad evadere indenne dalla sua cella finchè un giorno non inghiotte per errore una delle pasticche antidoto, rimanendo così imprigionato vita natural durante in una parete.
"Le passe-muraille" ha ispirato  nel 1951 un film con Charles Boyer dal titolo "Garou Garou, le passe -muraille".
E' stata realizzata anche una versione per la televisione nel 1977 dal titolo "Le passe-muraille".

martedì 19 luglio 2011

La natura nelle opere di VAN GOGH

Girasoli
                                                                  
Vincent Van Gogh è nato a  Zundert  in Olanda nel 1853 ed è morto a Auvers-sur-Oise nel 1890.
E' stato autore di ben 864 tele e di più di mille disegni.
Pittore geniale ma non sempre compreso in vita, si è formato alla scuola di Barbizon (località  non lontana da Fontainebleau - realismo paesaggistico di un gruppo di pittori  tra i quali  Corot e Daubigny) ed è stato influenzato dal messaggio etico e sociale dell'opera di Jean François Millet.
Attraversata l'sperienza dell'impressionismo ha posto le basi della corrente artistica successiva, l'espressionismo.


Autoritratto di Van Gogh
                                                               
La natura nelle tele di Van Gogh è protagonista quasi assoluta ...cipressi, girasoli, iris, giardini fioriti , campi di grano, uliveti, cieli stellati....Il pittore cerca di penetrare profondamente nell'anima della natura,  un'anima che non è però sempre buona ma può essere anche cattiva, malvagia. Questo afferma Giordano Bruno Guerri nella sua  biografia dell'artista...Van Gogh, la follia di scoprire che la natura è sofferenza .
Perciò i suoi cipressi sono storti e minacciosi, gli ulivi sono contorti e nodosi, i girasoli  quasi sempre appaiono sfioriti, le stelle sono minacciose, gli iris hanno gli steli spezzati, i campi di grano sono invasi dai corvi.


Campo di grano con corvi
                                                  
Così scrive l'artista a proposito della sua ricerca artistica: "Non arrivo a inventare completamente il mio quadro, al contrario lo trovo già nella natura, si tratta solo di riuscire a coglierlo in essa".
Annota ancora :"All'inizio la natura resiste sempre all'artista, ma chi l'affronta seriamente non permette a questa resistenza di scoraggiarlo".
Pochi mesi prima di uccidersi ha scritto :"Dopo tutta una vita virile di ricerche, di lotta corpo  a corpo con la natura, voglio morire". Secondo Guerri il pittore si uccide quando capisce, finalmente, che anche lui è solo una piccola  forma di vita in questa natura così poco benigna.
Sarà forse per questo motivo che davanti a un quadro di Van Gogh si resta quasi  in religioso silenzio,ammirati e consapevoli  del messaggio di dolore e di sofferenza che ci comunica.
Campo di grano con cipressi

Girasoli
La pianura della Crau
                                  

giovedì 14 luglio 2011

Festa del 14 luglio in Francia




Oggi, 14 luglio, come tutti gli anni, i francesi celebrano con sfilate, balli e fuochi d'artificio la ricorrenza della presa della Bastiglia che segnò l'inizio della Rivoluzione francese del 1789.
Tutte le città grandi e piccole fanno a gara per organizzare le più belle manifestazioni in questa giornata così particolarmente sentita da tutti i francesi, ma naturalmente é Parigi la città che attira di più l'attenzione di tutti.
I parigini, e non solo , si svegliano presto per prendere i posti migliori lungo gli Champs Elysées, per ammirare la sfilata militare alla presenza del Presidente della Repubblica e di tutte le autorità .
La sfilata parte dall'Arco di trionfo dell'Etoile e tra due ali di folla applaudente arriva sulla Place de la Concorde dove è stato allestito il grande palco per le autorità . Nel cielo sfrecciano gli aerei  e la celebre avenue è un tripudio di tricolori blu, bianchi e rossi che sventolano al passaggio dei corpi militari.
Finita la sfilata si va tutti al "pique-nique de la République" !
Dal 14 luglio del 2000, quando 2 millioni di francesi hanno partecipato al pic-nic più lungo del mondo, con una tovaglia comune lunga più di 600 chilometri, sul tracciato chiamato "Méridienne verte", dal nord al sud della Francia, ogni anno si organizzano dei grandi pic-nic in tutta la Francia.
Si scende tutti in strada con il proprio cestino da pic-nic pieno di ogni ben di Dio, ci si siede intorno alla tovaglia e si condivide con gli altri le proprie prelibatezze.
E' straordinario vedere le più belle strade di Parigi trasformate in un grande "prato verde"!
La sera tutti si danno appuntamento a Place de la Concorde e lungo la Senna per assistere ai fuochi d'artificio, accompagnati sempre dalla musica, in piazza del Trocadero  o nei Campi di Marte, in prossimità della torre.
Lo spettacolo è veramente unico! I parigini e i turisti, tutti con il naso all'insù, armati di macchinette fotografiche e telecamere digitali! E' un caleidoscopio di luci, colori e musica e quando lo spettacolo finisce si rimane un pò interdetti, ci si ferma ancora un pò come nella speranza che tutto possa ricominciare.
Subito cominciano i commenti dei parigini doc ed è molto simpatico tendere l'orecchio per ascoltare le considerazioni, benevoli e non, che molti si sentono in dovere di fare.
C'était beau, vous trouvez?
Ah, non c'était mieux l'année passée!
Monsieur le Maire, cette année, est à l'épargne!!!!!!
Le spectacle a été trop court!
Mais non, qu'est-ce que vous dites? trois quart d'heure, plus que l'année passée!
E via dicendo....mentre si torna verso casa o verso l'albergo tutti ne parlano...fino a domattina...perchè domani è un altro giorno e si torna al lavoro dopo una giornata di festa.
Ma non tutti scelgono la via di casa...la notte è ancora giovane...ci sono ancora i balli di piazza e non si può mancare, come da tradizione.

Un "mio " 14 luglio di qualche anno fa  : Parigi - l'Opéra Garnier imbandierata
L'avenue des Champs Elysées
N.B. La foto con la Tour Eiffel è stata presa al sito www.flickr.com

martedì 12 luglio 2011

Arthur Rimbaud - SENSATION

                                          Rimbaud a 17 anni nel 1872

Oggi, guardando tra i miei vecchi libri, ho ripreso in mano la mia letteratura francese del Liceo, un libro un pò ingiallito ma ben conservato, di cui non potrei mai privarmi.
Sulle pagine di questo libro, in quegli anni  lontani, ho imparato ad amare la lingua francese e la sua letteratura. Eppure mi sembra che il tempo non sia passato !
Ho sfogliato le pagine un pò a caso...Eluard...Ronsard...Colette...Baudelaire...quanto tempo passato sulle opere di questi autori!  Rileggo gli appunti presi durante le spiegazioni della mia insegnate di francese, tutti rigorosamente a matita. La mia calligrafia di allora, chiara e leggibile, anche se un pò sbiadita dal tempo! In fondo non è tanto diversa da quella di oggi!
Continuo a sfogliare e a leggere quà e là qualche verso e poi la mia attenzione cade su Rimbaud, forse il mio poeta francese preferito.
Rileggo prima  "Voyelles", uno dei suoi sonetti più famosi, e alcuni versi di "Le bateau ivre" , simbolo del poeta che erra a lungo attraverso le visioni abbaglianti del suo sogno poetico, senza trovare l'essenza della verità. Il poeta ha scritto questi versi quando aveva solo 17 anni!
E poi la mia attenzione si focalizza su "Sensation" scritta all'età di 16 anni.
Riesco ancora a stupirmi davanti alla grandezza di questo giovane poeta la cui produzione si esaurisce, raggiungendo il vertice della creazione poetica, nell'arco di quattro anni , dai 15 ai 19 anni.
Per il resto della sua vita rinunciò alla poesia che non riusciva più a soddisfare il suo sogno di poeta e comincia ad errare per il mondo, come il suo bateau ivre senza pilota in balia delle onde del mare,  facendo i più svariati mestieri . Morì a Marsiglia  a soli 37 anni.
Ecco i versi del breve poema "Sensation" che esprimono l'aspirazione del poeta che cerca sempre la verità essenziale e disprezza l'apparenza:

Par les soirs bleus d'été, j'irai dans les sentiers,
Picoté par le blé, fouler l'herbe menue:
Reveur, j'en sentirai la fraicheur à mes pieds.
Je laisserai le vent baigner ma tete nue.

Je ne parlerai pas, je ne penserai rien:
Mais l'amour infini me montera dans l'ame,
et j'irai loin, bien loin, comme un bohémien, 
par la Nature, heureux comme avec une femme.

(Mancano gli accenti circonflessi in alcune parole...excusez-moi...ma odio metterli al computer!!!!!)

Testo in italiano (mia traduzione):

Nelle sere d'estate , camminerò lungo i sentieri,
punto dal grano , calpestando l'erba minuta:
sognando, ne sentirò la freschezza sui piedi.
Lascerò che il vento scompigli la mia testa nuda.

Non parlerò, non penserò a niente:
ma un amore infinito invaderà il mio animo,
e andrò lontano, molto lontano, come un vagabondo,
nella Natura, felice come con una donna.

Questo poeta ha dato sicuramente una voce nuova alla poesia francese; precursore del simbolismo, egli concepisce il poeta comme un "voyant", un veggente che arriva alla poesia attraverso "un long, immense et raisonné dérèglement de tous les sens", in una specie di allucinazione poetica con la quale cerca d'inventare nuovi linguaggi. "Jai essayé d'inventer de nouvelles langues".


In questo quadro del 1872 di Henri fantin-Latour, A. Rimbaud è il secondo da sinistra

               

giovedì 7 luglio 2011

PARIS - TOUR EIFFEL


La vieille dame, la bergère, la dame en fer...on l'appelle comme ça la Tour Eiffel! Tout le monde l'aime! On ne peut pas laisser Paris sans l'avoir visitée. Il faut absolument monter là haut, regarder la ville immense là bas! Quel spectacle! Comment imaginer la ville lumière sans sa tour!?
Elle a été construite pour etre demolie, en effet il ne reste presque rien des édifices en fer réalisés pour l'Exposition universelle de 1889. A cette époque les parisiens n'aimaient pas la tour; l'écrivain Guy de Maupassant disait qu'il montait sur la tour pour ne pas la regarder!
Mais peu à peu les parisiens, et surtout les touristes, ont commencé à l'apprecier et la Tour, née pour magnifier la puissance du fer, est devenue le symbole de la ville.
Du haut de la Tour le spctacle est extraordinaire. On peut admirer Paris, soit le jour que la nuit, dans toute sa beauté. Voilà les monuments les plus célèbres: le Louvre, l'Arc de Trionphe, les Champs Elysées, Notre Dame, les Champs de Mars, le musée d'Orsay, les Invalides et, au loin, sur la colline de Montmartre, la blanche silhouette de la Basilique du Sacré Coeur!
Et la Seine qui coule doucement au milieu de cette grandeur!
On n'en finit plus de s'étonner de toutes ces beautés et on voudrait rester là haut, suspendu parmi les nuages du ciel de Paris.
Hélas,  il faut redescendre! on fait la queue devant un des quatre ascenseurs et, après avoir éprouver le vertige de monter ses 320 mètres, on éprouve celui  de la descente.
On voit la ville qui s'approche rapidement et on se retrouve tout à coup en bas, le coeur et les yeux pleins d'images inoubliables.
Voilà le buste  doré de Gustave Eiffel, la Seine avec ses ponts, les jardins du Trocadero et ses jets d'eau, les jardins du Champs de Mars...enfin Paris et le désir sans fin de découvrir ses beautés!


La Tour Eiffel avec ses 320 mètres de hauteur


Les jardins du Trocadéro


Vue de Paris avec la Seine et la Tour Eiffel


Les jardins du Trocadéro la nuit